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Rivolta di immigrati nella comunità di Favara: “I soldi che ci date sono pochi”


L’ennesima rivolta di immigrati irregolari minorenni, è scoppiata mercoledì pomeriggio, nel centro di accoglienza “Il filo di Arianna” di Favara.

Immagine di repertorio

Si tratta di extracomunitari minorenni non accompagnati, arrivati clandestinamente in Italia, che poi vengono affidati alle comunità dislocate in tutto il territorio Agrigentino. Il motivo della protesta, durata oltre due ore, non è nuovo, gli “ospiti”, secondo la ricostruzione ufficiale dei carabinieri di Agrigento, intervenuti per sedare la rivolta all’interno della struttura, sarebbe, che i pasti che ricevono giornalmente non sono di loro gradimento, – oltre al pocket money – ovvero un contributo in denaro,  ritenuto insufficiente per fare fronte alle esigenze primarie della singola persona.

I gestori della struttura, hanno temuto che la protesta, come già accaduto altre volte in altri posti, potesse degenerare ed hanno quindi richiesto l’intervento dei militari dell’Arma, che con grande difficoltà sono riusciti a riportare la calma tra gli esagitati giovanissimi immigrati, che continuavano a contestare sia la qualità che la tipologia del vitto che gli viene quotidianamente dato.

Inoltre il pocket money, giudicato “troppo esiguo”, “troppo scarso” per sostenere le loro personali spese, è stato uno dei punti di maggiore contestazione e i carabinieri della tenenza di Favara – coordinati dal comando compagnia di Agrigento – hanno dovuto spiegare, che la somma in denaro, non è decisa da chi coordina la casa d’accoglienza, ma è stabilita da una legge nazionale.

AGGIORNAMENTO:

Il responsabile della comunità “Il filo di Arianna”, Fanara Salvatore, comunica e precisa quanto segue:

“In merito alla protesta pacifica verificatasi nel mese di maggio, presso la comunità di II livello “Il filo di Arianna” , ed erroneamente identificata come protesta contro la gestione della stessa e della qualità degli alimenti, ci tengo a precisare che tale avvenimento è stato causato da un errore di valutazione dei ragazzi in quanto erano convinti di percepire un pocket money inferiore a quanto gli era dovuto.

Una volta spiegata la situazione e verificata la correttezza dell’erogazione dello stesso la “protesta” è rientrata. In merito a quanto da voi riportato, circa la qualità del cibo i ragazzi non hanno mai fatto menzione”.