9 maggio 1978: data storica da commemorare, 41 anni fa morirono due vite unite da un tragico destino: quella di Moro, Presidente della Democrazia Cristiana e quella di Peppino Impastato, giornalista e attivista siciliano
Il 9 maggio 1978 è una data scritta e sancita su tutti i libri di storia e come tale deve essere ricordata e onorata annualmente. Nel lontano 78 di codesto giorno venne ritrovato il corpo del Presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro nel bagaglio di una Renault 4 rossa abbandonata in via Coetani e moriva a Cinisi il giornalista siciliano Peppino Impastato uno dei simboli della lotta alla mafia.
Stamattina il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha deposto una corona di fiori proprio in via Coetani a Roma, sotto la lapide che ricorda Aldo Moro. A questa commovente commemorazione erano presenti anche: i Presidenti del Senato Elisabetta Casellati e della Camera Roberto Fico, il Sindaco di Roma Virginia Raggi, il Vicepremier del M5S Luigi Di Maio, il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e il Vicepremier del Csm David Ermini.
Nelle lettere più belle e significative di Moro vengono messi in evidenza i sentimenti profondi di un uomo che amava profondamente sua moglie e la sua famiglia con quello stesso spirito che animava la sua attività politica e la sua lotta per il bene collettivo.
È bene menzionare un frammento della lettera dedicata all’amore della sua vita Noretta:
“ A te debbo dire grazie, infinite grazie, per tutto l’amore che mi hai dato. Amore un po’ geloso che mi faceva innervosire quando ti vedevo SPROFONDATA in un libro. Ma amore autentico che resterà. Io pregherò per te e tu per me. Ti abbraccio forte forte forte e ti benedico dal profondo del cuore. Ho avuto il dono di una vita con te, ci riameremo. Sii forte, mia dolcissima, in questa prova assurda e incomprensibile”.
(ALDO MORO)
Peppino Impastato membro di Democrazia Proletaria è noto per le sue denunce contro le attività di Cosa-nostra con l’arte dell’ironia in una Cinisi omertosa che faceva finta di non vedere ciò che accadeva attorno a sé.
Ecco alcune delle frasi celebri della sua lotta alla mafia:
- La mafia uccide, il silenzio pure;
- Nessuno ci vendicherà: la nostra pena non ha testimoni;
- Io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda! Noi ci dobbiamo ribellare. Prima che sia troppo tardi! Prima di abituarci alle loro facce! Prima di non accorgerci più di niente!
(PEPPINO IMPASTATO.)
Valeria Tornambe’ nata a Sciacca il 27/07/1990 (AG); studentessa universitaria presso la Facoltà di Lettere e Filosofia di Palermo; lavorato presso la Sicom di Sciacca e collaboratrice della testata giornalistica Fatti & Avvenimenti. Da sempre con una passione innata e sfrenata per la scrittura.
Scrivere fa bene all’anima, rilassa la mente, aiuta la memoria, mette in ordine i pensieri e fa bene all’umore. Infatti basta prendere in mano una penna e un foglio per far volare in alto la nostra anima, immergendoci dunque in un mondo idilliaco, “tutto nostro ” e interagendo con il nostro “io interiore” , vero e profondo. Scrivere è leggere in se stessi, libera l’anima ed è assolutamente gratis!
Del resto: che mondo sarebbe senza la scrittura? Un mondo assolutamente privo di sentimenti, di cultura e di amore. La scrittura ci rende essere speciali, unici e ci apre la porta verso la felicità.
Coniato il mio motto: “la scrittura è vita.”