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Rompevano le ossa a soggetti compiacenti per truffare le assicurazioni, poi il morto: 11 fermi


Una truffa alle assicurazioni, ma particolare, per riscuotere fino a 150mila euro, rompevano braccia e gambe a persone compiacenti, con pesanti dischi in ghisa, poi la morte sospetta di un tunisino e la polizia avvia le indagini fermando al momento undici persone

La polizia ha sgominato due organizzazioni che utilizzavano per spezzare braccia e gambe delle “vittime compiacenti” pesanti dischi in ghisa. In molti casi i complici, che accettavano di procurarsi fratture in tutto il corpo per poche centinaia di euro, dopo il “trattamento” erano costretti all’uso delle stampelle o della sedia a rotelle. Secondo il capo della squadra mobile Rodolfo Ruperti, erano solo affari e al momento difficili da quantificare, ma i risarcimenti per ogni pratica potevano arrivare fino a 150 mila euro.

Sempre secondo gli inquirenti, i “picchiatori”, con l’obiettivo di truffare le assicurazioni, utilizzavano grossi dischi in ghisa, quelli dei bilanceri delle palestre, provocando ferite e fratture, fino a quando non c’è scappato il morto, un cittadino tunisino, Hadry Yakoub, trovato senza vita in una strada alla periferia di Palermo, nel gennaio del 2017. In un primo momento si pensava che l’uomo fosse rimasto vittima di un incidente stradale causato da un pirata della strada, poi invece si è scoperto che è morto per le conseguenze delle fratture provocate alle ossa. Proprio da quella “strana” morte sono iniziate le indagini della squadra mobile.

L’operazione, che è ancora in corso, condotta dalla polizia, è stata denominata “Tantalo”. Gli agenti, a seguito di un provvedimento emesso dalla Procura, hanno eseguito 11 fermi tra Palermo e provincia,  tutti componenti di “due pericolose organizzazioni criminali dedite alle frodi realizzate attraverso le mutilazioni di arti di vittime compiacenti”. Il capo di una delle due gang è un noto perito assicurativo di Palermo, Michele Caltabellotta.