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Russia. McDonald’s diventa Zio Vanja, Ikea diventa Idea: “Personale resta a lavoro, prezzo prodotti abbassato”

Lo aveva annunciato Medvedev, adesso è realtà: le ditte occidentali che hanno lasciato la Russia per sanzionarla a causa della crisi ucraina verranno sostituite da controparti nazionali che assorbiranno strutture, punti vendita e lavoratori addirittura “fornendo i prodotti a prezzi più bassi, essendo 100% russi”

“Del resto cotolette e involtini, e di ottima qualità, li produciamo e sappiamo cuocerli anche noi”. Lo scorso 10 marzo fu questa la chiusa del commento del vicepresidente del Consiglio di sicurezza (SB) della Federazione Russa Dmitry Medvedev riguardo alle aziende occidentali che in osservanza politica alle sanzioni Nato alla Russia avevano deciso di ritirarsi dal mercato russo. Medvedev aveva anche annunciato possibili nazionalizzazioni – già benedette dal Presidente Putin e fortemente volute alla Duma dal suo partito Russia Unita – e soprattutto che le aziende che si sarebbero ritirate avrebbero avuto molte difficoltà in futuro a rientrare nel mercato russo.

Detto, fatto. McDonald’s se ne va, ma in Russia i suoi stessi 800 punti vendita resteranno aperti, con gli stessi dipendenti, ma un’insegna leggermente diversa: “Zio Vanja”. Restano i due iconici archi dorati su sfondo rosso della catena americana, ma diventano inclinati di novanta gradi a destra, a formare parte di una “B”, lettera dell’alfabeto cirillico che corrisponde alla “V” di “Djadja Vanja”, in russo Zio Vanja. Dal titolo di un’opera di Anton Chekhov. Il marchio della “nuova” catena di fast food è stato registrato lo scorso 12 marzo e promette di mantenere lo stesso menù della controparte statunitense: hamburger e patatine fritte, ma a prezzi molto più bassi dato che verranno utilizzati solamente ingredienti russi.

Il significato dell’insegna “copiata”

Fa riflettere la scelta di voler tenere un’insegna tanto “somigliante” a quella della catena americana, il cui significato non appare per nulla scontato. Come si ricorderà, il primo McDonald’s della storia dell’Unione Sovietica aprì il 31 gennaio 1990, in piazza Pushkin a Mosca. Erano gli anni di Michail Gorbaciov, e fu un evento di grande impatto mediatico e simbolico, vista come un’apertura della mentalità sovietica al capitalismo e alla cultura e subcultura occidentale.

La propaganda di questo lato della cortina di ferro ricorda inoltre incessantemente le lunghe file di persone che aspettarono molte ore in coda per provare il cibo del fast food occidentale come se i poveri russi aspettassero il Mac per vivere felici, la verità è evidentemente che la gente corre ed accorre per qualsiasi novità molto discussa sui media, esattamente come noi occidentali montiamo le tende da campeggio davanti agli Apple Store per comprare l’ultimo Iphone uscito. Fatta questa doverosa premessa però, continua a far riflettere la spudorata copiatura. 

Sicuramente una scelta di marketing: un’insegna così simile si confonde con “l’originale” e da al popolo-consumatore la sensazione che nulla sia cambiato, mantenendo almeno teoricamente inviariate le quote di mercato. Tuttavia fa riflettere anche che Zio Vanja non sia l’unica “copiatura spudorata”: anche l’insegna di “Idea” sarà assai simile a quella di Ikea, così come Rossgramm sarà simile a Instagram.

Insomma, c’è la sensazione che ci sia una strategia precisa dietro a questa scelta, forse una visione in prospettiva: comunque vadano le cose questi marchi non torneranno mai più sul mercato russo quindi sono stati sostituiti nel modo più indolore possibile. O forse ancora si spera invece che vengano riassorbiti a breve, quindi sarebbe inutile tentare di impiantare un nuovo marchio sapendo già che i punti vendita torneranno ad avere la loro insegna originale nel medio o addirittura breve termine. Poi c’è anche la possibilità che lo spostamento della Russia nell’ottica cinese non sia solo da un punto di vista economico, ma anche culturale: non rifiutare i “balocchi occidentali” per tentare di sostituirli con qualcosa di diverso, ma copiarli e inglobarli all’interno delle proprie logiche. Una delle strategie che, oggettivamente, ha portato la Cina a diventare una potenza economica mondiale.

L’Idea di Ikea

Come prima citato, anche Ikea – che come McDonald’s se ne è andata dalla Russia – sarà probabilmente sostituita da un clone nazionale. “Idea” al posto di “Ikea”, stessa tipologia di prodotti ed il gioco è fatto. A proporlo, nessuno di vicino al Cremlino, ma uno studio grafico di San Pietroburgo che ha fatto la richiesta a Rospatent (l’agenzia russa per i brevetti) di registrare il marchio “Idea” per avviare un rivenditore analogo di Ikea in Russia. L’imprenditore Kostyantyn Kukoev, direttore dello studio, ha infatti spiegato che da quando il colosso svedese dell’arredamento è uscito dal mercato russo, la sua azienda che già sviluppava progetti per Ikea ha registrato gravi perdite, così ha deciso di risolvere il problema creando le condizioni per continuare a lavorare. Insomma: guerra, sanzioni, scontri tra occidente e Russia, ma il succo è che comunque “the show must go on”.

Da Instagram a Rossgram

Con Facebook e Instagram bandite dalla Russia per aver permesso ai propri utenti di inneggiare alla morte dei russi e dei loro politici, a Mosca è stata annunciata un’alternativa a Instagram: Rossgram. Un’alternativa, anzi, il social russo per definizione già c’era: da anni infatti VK domina il mercato in quelle latitudini, adesso arriva forzatamente un social russo a sostituire ciò che ancora mancava.

Rossgram – anche questa volta, marchio assai simile all’omologo occidentale –  verrà lanciato il prossimo 28 marzo, ma le informazioni a disposizione sono ancora poche: sarà disponibile per dispositivi Android e iOS, avrà una funzione a pagamento per accedere ai contenuti e disporrà di una funzione per la raccolta di fondi (crowdfunding). Pare inoltre che l’accesso alla piattaforma per i primi giorni sarà consentito solo ai blogger noti, ai grandi brand e agli investitori – probabilmente per testare le funzionalità e “tarare” gli algoritmi – già a partire da aprile sarà poi esteso anche all’utenza generale.