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Russia, Pmi manifatturiero a novembre sale a 53,2 ai massimi dal 2017: sale anche l’occupazione e le esportazioni

La Russia è in espansione economica, il Pmi industriale è ai massimi dal 2017 grazie al gas e petrolio esportato in Cina ed india e il rublo da inizio anno ha guadagnato quasi il 17% sul dollaro


A calcolare i dati economici della Russia è stata l’agenzia di rating statunitense Standard & Poor’s Global, che fa parte del McGraw Hill Financial Group. Secondo S&P, il Pmi manifatturiero della Russia è salito a 53,2 a novembre 2022 dal minimo degli ultimi tre mesi registrato a ottobre di 50,7 (tutti i dati sopra 50 indicano espansione economica). Si tratta del settimo mese consecutivo di crescita dell’attività produttiva grazie alle entrate dalla vendita di gas e petrolio, che porta la Russia a crescere ai massimi da gennaio 2017, con nuovi ordini in aumento e la produzione in espansione a un ritmo più rapido. Un dato che dimostra che le sanzioni che l’occidente ha imposto a Mosca non hanno funzionato ed anzi sono state un boomerang che sta mettendo in ginocchio le economie europee.

Ad ulteriore conferma che le sanzioni hanno fatto cilecca, sempre secondo i calcoli di S&P, c’è il tasso di espansione della produzione in Russia che è ai massimi da marzo 2019, grazie alla domanda più forte dei clienti e all’aumento dei nuovi ordini. Fra i principali Paesi acquirenti di energia da Mosca vi sono la Cina e l’India, che hanno più che compensato il taglio l’80% dell’Ue delle importazioni e che dal 5 dicembre dovrebbe chiuderle completamente. In particolare da marzo a settembre di quest’anno, cioè dall’inizio del conflitto in Ucraina, le forniture di gas russo per l’Unione Europea sono diminuite dell’80% ed è iniziato un processo di riduzione della domanda da parte degli utenti finali, di diversificazione degli approvvigionamenti e di aumento di importazioni di Gnl insieme ad un potenziamento delle rinnovabili. E’ quanto emerge dal quarto Med & Italian Energy Report, realizzato da Srm, centro studi collegato al gruppo Intesa Sanpaolo, e l’Esl@Energy center del politecnico di Torino.

Benissimo anche l’occupazione, che è salita di pari passo con l’aumento degli arretrati di lavoro, poiché il livello delle attività inevase è aumentato per la prima volta da gennaio. Nonostante un’ulteriore forte estensione dei tempi di consegna dei fornitori a causa di problemi logistici e interruzioni nella catena di approvvigionamento, le aziende hanno aumentato gli acquisti al ritmo più rapido nel gennaio 2017. Dal lato dei costi, l’inflazione dei prezzi di produzione è diminuita, mentre i costi di produzione sono rimasti sostanzialmente invariati. Infine, il sentiment è il secondo più alto dall’aprile 2019 tra le speranze di un’ulteriore crescita dei nuovi ordini.

Unico neo, una piccola contrazione del Pil che nel terzo trimestre è sceso dal 4,1% al 4% su base annua. Inoltre nel primo trimestre si quest’anno l’economia russa era cresciuta invece del 3,5%, sorprendendo tutti. Infine il fronte valutario, il rublo da inizio anno ha guadagnato quasi il 17% sul dollaro, di fatto l’unica perdita del biglietto verde del 2022 che lo ha visto dominare su tutte le altre valute, euro in primis.