E’ ormai evidente che il caso dei gasdotti russi Nord Stream non sia stato un incidente, ma un sabotaggio. Adesso è un gioco al rimpallo di accuse, tra Russia e Occidente, ma la tensione si alza sempre di più e intanto è stata chiesta la convocazione del consiglio di sicurezza ONU per un caso che ricorda drammaticamente gli affondamenti delle navi commerciali preludio alla seconda guerra mondiale
I danni riportati dai due gasdotti Nord Stream potrebbero rendere gli impianti definitivamente compromessi se le falle sottomarine non verranno riparate rapidamente. Lo ha scritto il quotidiano tedesco Tagesspiegel spiegando che l’acqua marina all’interno dell’impianto dei gasdotti potrebbero provocare danni irreparabili.
Intanto oltre ai danni monetari per la Russia, ma anche per le borse europee e per il prezzo del gas in ascesa, si contano anche i danni ambientali: per la Danimarca i gas nocivi liberati sotto il mare prima e nell’atmosfera poi sarebbero pari ad un terzo delle emissioni annuali del Paese.
Pare ormai però non ci siano dubbi sulle cause di quello che economicamente, ma anche ecologicamente, appare come un disastro: si sarebbe trattato di sabotaggio. La polizia svedese ha aperto anche un’indagine sull’accaduto dopo che anche le rilevazioni dell’istituto di sismologia hanno suggerito che le “esplosioni” fossero “probabilmente un atto deliberato”.
Adesso è cominiciato il rimpallo di accuse tra Mosca e l’Occidente. Il Times ha battuto molti sul tempo dicendo che siano stati i droni sottomarini russi a piazzare le cariche, addirittura settimane prima che venissero fatte detonare. Con il portavoce del Cremlino Peskov che ha prontamente risposto che si tratta di un’ipotesi “stupida” dato che il danno è stato fatto anche e soprattutto alla Russia.
In generale, la stampa ed i governi occidentali puntano il dito contro Mosca che avrebbe alzato il livello della guerra dell’energia, distruggendo le infrastrutture, le proprie però. Adesso i governi e le aziende energetiche europee hanno annunciato di voler rafforzare la sicurezza intorno a infrastrutture e impianti energetici, assicurando alla Russia il ruolo di nemico.
Tuttavia non tutti in occidente seguono questo schema, come nel caso del tweet dell’europarlamentare polacco Sikorski, che ha postato su Twitter la foto delle fughe di gas nel Mar Baltico che hanno seguito le esplosioni dei gasdotti Nord Stream 1 e 2 scrivendo a corredo un eloquente: “Grazie, USA”, lasciando pensare che avesse attribuito agli Stati Uniti il sabotaggio dei due impianti che trasportano gas naturale dalla Russia alla Germania.
Sul caso è intervenuta su Telegram anche l’Ambasciata russa in Italia che sullo screen del tweet di Sikorski ha scritto: “Se questo non è terrorismo, allora cos’è il terrorismo?”
Da parte di Mosca del resto la matrice dell’azione è chiara è viene dagli USA che hanno lo scopo di distruggere la cooperazione energetica Russia-Europa. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov dopo aver definito le perdite come “problematiche” e ricordato che il gas russo “costa un sacco di soldi e ora si sta dissolvendo nell’aria”, ha tirato in ballo direttamente il presidente Usa, Joe Biden, ricordando che è esplicitamente contrario a Nord Stream 2. “Vi ricordate le dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti, fatte all’inizio di febbraio, che poi ha promesso di sbarazzarsi del Nord Stream 2? Cosa intendesse non lo sappiamo”, ha detto Peskov.
Ancora più esplicita la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova, secondo cui: “Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden deve rispondere alla domanda se gli Stati Uniti abbiano messo in atto la loro minaccia il 25 e 26 settembre quando è stata segnalata un’emergenza su tre linee del Nord Stream 1 e del Nord Stream 2, che è stata inizialmente riconosciuta come rottura, quando ha suggerito che fossero fatti saltare in aria”. In tal proposito, Zakharova ha pubblicato un video su Telegram in cui il leader degli Stati Uniti pronuncia il discorso in questione.
Intanto, su richiesta russa, una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sugli atti di sabotaggio contro i gasdotti Nord Stream 1 e 2 è stata fissa per venerdì 30 settembre alle ore 15:00 di New York. A renderlo noto, il vice rappresentante permanente russo alle Nazioni Unite Dmitry Polyansky.
Redazione Fatti & Avvenimenti