Uno studio britannico ha messo in luce come le persone sedentarie e che non dormono un numero di ore sufficiente presentino un rischio significativamente superiore di mortalità rispetto a quelle con uno solo o nessuno di questi fattori di rischio
I ricercatori dell’Università di Sidney, guidati dal Dott. Stamatakis, hanno esaminato i dati relativi a 380.055 persone (età media 55,9 anni) delle quali erano state individuate le abitudini relativamente ad attività fisica, quantità e qualità del sonno.
Da questi dati gli studiosi hanno ricavato 12 diverse categorie, divise in base alla quantità di attività fisica praticata e quantità/qualità del sonno: ad un’estremità delle categorie vi era chi aveva un sonno di scarsa qualità e non praticava nessuna attività fisica, all’altra chi dormiva un sonno salutare e si allenava intensamente e con regolarità.
All’inizio dello studio nessuno dei partecipanti presentava una storia di patologia cardiovascolare o oncologica. Dopo un follow-up medio di poco più di 11 anni sono stati registrati 15.503 decessi per tutte le cause, tra cui 4.095 per patologie cardiovascolari e 9.064 per cancro.
Rispetto all’estremo più sano costituito, come detto, da un sonno salutare e da più elevati livelli di esercizio fisico, gli individui che dormivano male e non facevano attività fisica avevano probabilità significativamente superiori di decesso per patologie cardiovascolari, cancro ed altre cause.
È stato osservato che la combinazione di entrambi i fattori di rischio aumentava notevolmente il pericolo di morte e che il rischio combinato di mortalità (per inattività fisica e sonno di scarsa qualità) era superiore rispetto alla somma dei rischi legati ad uno solo di questi fattori (come se, ad esempio, la combinazione dei rischi non si sommasse ma si moltiplicasse).
Ciò non sorprende considerando che un sonno di scarsa qualità e l’inattività fisica influenzano vie cardiovascolari e metaboliche simili, causando una disfunzione metabolica ed endocrina, aumentando l’infiammazione sistemica e causando una eccessiva e poco salutare stimolazione del sistema nervoso simpatico.
Ma è davvero così intimo il rapporto fra attività fisica e sonno? Si, ed è una cosa che si può facilmente verificare empiricamente.
Quanti di voi hanno sperimentato l’effetto positivo del sonno sulle prestazioni sportive, o come sia ristoratore il sonno dopo un’adeguata attività fisica? Lo sport è uno degli strumenti più efficaci per abbattere lo stress, svuotare la mente e stancare il corpo, aiutandoci ad andare a letto soddisfatti. Mettersi sotto le coperte stanchi e con la mente sgombra aiuta a migliorare la qualità del sonno o a combattere i disturbi del sonno. Ovviamente non bisogna eccedere, perché anche un allenamento e uno sforzo fisico esagerati si ripercuotono negativamente sul sonno a causa dell’aumento della produzione di adrenalina.
Viceversa un riposo efficace migliora le prestazioni fisiche. Un corpo ed una mente ristorati da un riposo adeguato offrono prestazioni decisamente migliori perché tutto il “sistema corpo” è pronto, scattante e reattivo. Gli stimoli partono efficacemente dal cervello e vengono tradotti nel movimento migliore, più efficace e coordinato per le capacità di ciascuno di noi.
Salute & Benessere è una rubrica medica a cura del dott. Accursio Miraglia.

Accursio Miraglia, nato a Sciacca il 27-12-68
Nel 1994 Laurea con Lode in Medicina e Chirurgia, Università Cattolica del Sacro Cuore (Roma – Policlinico Gemelli)
Nel 1998 Specializzazione con Lode in Medicina Fisica e Riabilitativa (Fisiatria), Università di Tor Vergata (Roma)
Dal 1998 al 2006 partecipa a numerosi corsi di aggiornamento organizzati dall’Accademi Italiana di Medicina Manuale
Dal 1998 al 1999 Assistente medico, responsabile area riabilitativa Casa di cura “Villa Fulvia”, Roma
Dal 1999 ad oggi Direttore Sanitario del Centro di Educazione Psicomotoria s.r.l, centro di fisioterapia accreditato presso il SSN
Dal 2009 è consulente tecnico d’ufficio presso il Tribunale di Sciacca e gli uffici del Giudice di pace di Sciacca, Menfi e Ribera.
Dall’anno accademico 2014-2015, professore a contratto presso la Scuola di Specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa dell’Università di Roma “Tor Vergata”.
Dal 2015 ricopre il ruolo di docente presso il “Corso-Teorico pratico di Medicina Manuale” organizzato dalla SIMFER (Società Italiana di medicina Fisica e Riabilitativa) con la collaborazione Società Italiana di Medicina Vertebrale (MEDVERT) e le Università “la Sapienza” e Tor Vergata” di Roma.