Gli italiani amano un’alimentazione saporita e ricca di sale e ne consumano più dei 5 grammi al giorno consigliati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)
È quanto emerge da uno studio condotto dal Centro nazionale per la prevenzione e il Controllo delle Malattie (CCM), che ha permesso di ottenere una stima del consumo medio giornaliero di sale in Italia.
Nel periodo compreso tra il 2008 e il 2012 sono state analizzate le urine, raccolte nelle 24 ore, di soggetti appartenenti a tre gruppi rappresentativi di popolazione: adulti tra i 35 e i 79 anni, soggetti con ipertensione arteriosa, bambini e ragazzi tra i 6 e i 18 anni. I risultati hanno evidenziato come il consumo medio giornaliero sia superiore rispetto alla quantità raccomandata dall’OMS e, in particolare, sia superiore ai 10 grammi negli uomini e ad 8 grammi nelle donne appartenenti ai primi due gruppi, si attesti su valori pari a 7,4 grammi tra i ragazzi e di 6,7 grammi tra le ragazze del terzo gruppo.
Questo è sicuramente dovuto al fatto che, oltre al sale utilizzato per cucinare o condire, se ne assume parecchio a causa dei prodotti lavorati, quali pane e prodotti da forno, formaggi e salumi.
Un eccessivo consumo di sale è alla base di diverse patologie.Tra queste è sicuramente da ricordare l’ipertensione arteriosa che, a sua volta, porta ad un aumento dell’insorgenza di patologie cardio-cerebrovascolari (infarto del miocardio e ictus cerebrale).
Il sale sembra essere associato anche ad un aumento di insorgenza di altre patologie come tumori dell’apparato digerente (in primis quello dello stomaco), osteoporosi e malattie renali.
Il consumo eccessivo di sale, inoltre, sembra influire negativamente sul sistema immunitario.
Un gruppo di scienziati tedeschi dell’Institute of ExperimentalImmunology, University Hospital of Bonn, infatti, ha scoperto che consumare troppo sale riduce le difese immunitarie e, quindi, la possibilità di contrastare le infezioni batteriche.
I ricercatori hanno scoperto che bastano 6 grammi di sale in più al dì (pari al sale contenuto in due hamburger più due porzioni di patatine fritte) per compromettere l’azione dei granulociti, cellule fondamentali del sistema immunitario, che sono dei veri “spazzini”, adibiti a ripulire l’organismo da batteri patogeni.
Nel corso dell’esperimento gli esperti hanno alimentato dei topolini per una settimana con una dieta eccessivamente ricca di sale e poi li hanno infettati con la “Listeria”, un batterio patogeno spesso associato a intossicazioni alimentari. Hanno quindi verificato che gli organi dei topolini sottoposti ad una dieta ricca di sale contenevano quantità elevatissime del batterio poiché i granulociti non riuscivano ad assolvere il loro compito.
Successivamente gli studiosi hanno spostato la ricerca sull’uomo, somministrando a un gruppo di volontari sei grammi in più di sale al giorno. Dopo una settimana sono stati eseguiti dei prelievi di sangue e studiata l’azione dei granulociti che risultavano molto meno attivi contro i batteri.
I ricercatori sono anche riusciti a scoprire il meccanismo che induce questa parziale soppressione dell’azione immunitaria.
Il sale in eccesso giunge al rene, dove viene filtrato ed eliminato con le urine dove, per permetterne l’escrezione, si deve generare un gradiente osmotico. Per far ciò viene utilizzata l’urea che, però, ha come effetto collaterale quello di sopprimere l’attività antibatterica dei neutrofili.
Inoltre, attraverso un complicato meccanismo, il carico renale di sale aumenta la produzione dei precursori dei glucocorticoidi, il più importante dei quali è il cortisone, noto immunosoppressore.
Questi risultati sono molto interessanti e potrebbero aprire la strada a nuove metodiche di immunomodulazione. Tuttavia, sono necessari ulteriori studi sull’uomo per comprendere se è da considerarsi attendibile quanto scoperto sul modello animale.
Salute & Benessere è una rubrica medica a cura del dott. Accursio Miraglia.
Accursio Miraglia, nato a Sciacca il 27-12-68
Nel 1994 Laurea con Lode in Medicina e Chirurgia, Università Cattolica del Sacro Cuore (Roma – Policlinico Gemelli)
Nel 1998 Specializzazione con Lode in Medicina Fisica e Riabilitativa (Fisiatria), Università di Tor Vergata (Roma)
Dal 1998 al 2006 partecipa a numerosi corsi di aggiornamento organizzati dall’Accademi Italiana di Medicina Manuale
Dal 1998 al 1999 Assistente medico, responsabile area riabilitativa Casa di cura “Villa Fulvia”, Roma
Dal 1999 ad oggi Direttore Sanitario del Centro di Educazione Psicomotoria s.r.l, centro di fisioterapia accreditato presso il SSN
Dal 2009 è consulente tecnico d’ufficio presso il Tribunale di Sciacca e gli uffici del Giudice di pace di Sciacca, Menfi e Ribera.
Dall’anno accademico 2014-2015, professore a contratto presso la Scuola di Specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa dell’Università di Roma “Tor Vergata”.
Dal 2015 ricopre il ruolo di docente presso il “Corso-Teorico pratico di Medicina Manuale” organizzato dalla SIMFER (Società Italiana di medicina Fisica e Riabilitativa) con la collaborazione Società Italiana di Medicina Vertebrale (MEDVERT) e le Università “la Sapienza” e Tor Vergata” di Roma.