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Salute & Benessere. Dieta in gravidanza: i rischi del regime vegano


Lo sviluppo del feto dipende, in termini nutrizionali, dagli alimenti assunti dalla mamma. È pertanto fondamentale che la donna adotti uno stile alimentare il più sano possibile

Al riguardo i medici concordano sul fatto che, anche nei nove mesi, il modello di dieta mediterranea sia il più indicato: molta frutta e verdura, legumi, pesce, carne magra, cereali (preferibilmente integrali) e un moderato consumo di grassi.

Che in gravidanza si debba “mangiare per due” è una fake news (occorrono solo poche centinaia di calorie in più), tuttavia non bisogna nemmeno privarsi di sostanze nutritive fondamentali, con il conseguente rischio di danni al feto.
Da qui deriva l’importanza che la futura mamma segua una dieta varia e bilanciata, particolarmente ricca di carboidrati complessi (pane, pasta e riso), proteine (pesce, carne, formaggi, uova e legumi), fibre, vitamine e sali minerali (frutta e verdura), soprattutto acido folico, calcio e ferro, essenziali al fisiologico sviluppo prima del feto e poi del neonato.

Dieta vegana e gravidanza

Negli ultimi anni, con l’affermarsi della dieta vegana, sono triplicati i casi di deficit di vitamina B12 in gravidanza con il rischio di danni neurologici permanenti per il neonato. A dare l’allarme gli esperti dell’ospedale Bambino Gesù di Roma e dell’ospedale Meyer di Firenze che hanno individuatonei regimi alimentari materni uno dei motivi del deficit dell’importante vitamina. Si è passati, spiegano gli esperti, dai 42 casi del 2015 ai 126 del 2016. Secondo gli esperti i numeri in assoluto sono bassi ma è la crescita esponenziale a destare allarme.

“La vitamina B12 è contenuta negli alimenti di origine animale, ha un importante ruolo nello sviluppo del sistema nervoso centrale e il suo fabbisogno aumenta in gravidanza. Se la madre non ne assume abbastanza, o peggio, non ne assume affatto, può creare al neonato danni neurologici già in utero, che proseguono e peggiorano nei mesi successivi, con l’allattamento”, spiega Carlo Dionisi Vici, responsabile dell’Unità operativa complessa di patologia metabolica dell’ospedale Bambino Gesù di Roma.

Sarebbe quindi importante per le donne in attesa, accanto alla frutta e alla verdura, consumare anche latte, uova e alimenti ricchi di vitamina B12.

“I mezzi di comunicazione e quelli istituzionali dovrebbero segnalare subito e con forza la pericolosità di una dieta vegetariana o vegana in gravidanza – spiega Giancarlo la Marca, direttore del Laboratorio Screening Neonatale Allargato dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Meyer di Firenze –. Le madri carenti di questa vitamina nella loro alimentazione devono assumere degli integratori durante la gravidanza e l’allattamento, perché i loro figli sono gravemente a rischio di malattia”.

Una corretta alimentazione resta la via da seguire anche dopo la nascita, come hanno ricordato gli esperti della Società italiana di pediatria (Sipps) e della Federazione Italiana Medici Pediatri (Fimp) in un convegno che si è svolto ieri sul tema. Latte, uova ed alimenti ricchi di vitamina B12, oltre a ferro e omega 3 devono trovare posto in tavola per un corretto sviluppo dei bambini. Fra i rischi di una dieta esclusivamente vegana c’è quello di un non adeguato sviluppo neuologico e di un ritardo nella crescita. “Per un corretto sviluppo del bimbo – afferma Andrea Vania, Professore di Nutrizione Pediatrica all’Università La Sapienza di Roma – le diete latto-ovo-vegetariane e vegane sono inadeguate, soprattutto considerando l’ambito neurologico, psicologico e quello motorio”.

Quindi, fin dai primi mesi di vita la scelta migliore per il vostro bambino è quella che prevede il consumo prevalente di alimenti vegetali ma che non può prescindere dall’uso (seppur limitato) di prodotti animali.

 

Salute & Benessere è una rubrica medica a cura del dott. Accursio Miraglia.