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Salute & Benessere. Dolore cervicale: trattamento manuale e rischi connessi


La cervicalgia colpisce un italiano su otto, può insorgere improvvisamente o peggiorare lentamente, si presenta spesso con dolore cervicale che si irradia alle spalle o alla testa, ed è caratterizzata da periodici miglioramenti con livelli variabili di recupero funzionale


Si tratta di una patologia solo apparentemente minore, sia perché la sintomatologia che ne scaturisce può essere invalidante (dolore, limitazione funzionale, nausea, sensazione di disequilibrio sono i sintomi più frequenti) sia perché, se non trattata adeguatamente, tende a recidivare e può diventare persistente.

Fra le metodiche utilizzate con maggior successo nella cura della cervicalgia vi sono le manipolazioni vertebrali.
Utilizzate sin dall’antichità per il trattamento del rachide queste tecniche hanno trovato dignità medica nella Medicina Manuale, disciplina nata per opera di Robert Maigne.

Il grande merito del medico francese è stato quello, dopo aver effettuato degli studi di Osteopatia, di aver dato una connotazione scientifica a questo tipo di trattamento, basandosi su una rigorosa osservazione clinica e anatomica e superando tutte le teorie non sempre dimostrate o dimostrabili sull’efficacia (indubbia) delle manipolazioni.

Il trattamento manipolativo è indicato quando alla base della sintomatologia dolorosa vi è un disturbo doloroso intervertebrale minore (DDIM), una disfunzione vertebrale benigna, legata più a problemi funzionali che a danni anatomici (ernie discali, artrosi, lesioni muscolari o tendinee), responsabile sia di dolori a livello della colonna vertebrale che a distanza (arti superiori ed inferiori).

L’utilizzo delle manipolazioni deve essere preceduto da uno scrupoloso esame obiettivo e da una puntuale diagnosi medica.

Fondamentale è, infatti, porre con certezza la diagnosi di patologia benigna del rachide (come la cervicalgia, ad esempio) ed escludere sia che la patologia dolorosa possa essere legata ad altre malattie ben più gravi (neoplastiche, reumatiche, malformative, infiammatorie/infettive) sia la presenza di potenziali rischi legati ad altre patologie concomitanti (in particolare, per il trattamento cervicale, patologie circolatorie a livello dei vasi del collo).

Avviare ad un trattamento manuale un paziente affetto da una patologia diversa da quella vertebrale o che presenti fattori di rischio è pericoloso: da qui l’importanza assoluta di una scrupolosa visita medica e di una corretta diagnosi prima di iniziare il trattamento.

È ancora viva l’eco del drammatico ictus che ha colpito il noto giornalista Andrea Vianello nei giorni successivi ad una manipolazione cervicale. “Non soffrivo di pressione alta e il mio colesterolo era a posto. Ma due giorni prima del mio ictus mi ero sottoposto a delle manipolazioni al collo da un osteopata e i neurochirurghi con cui ho parlato mi hanno spiegato che la dissecazione della carotide può avvenire anche per un trauma di questo genere. Ci sono dei rischi? A quanto pare sì. In pochi però ne sono a conoscenza e  questo è sbagliato”, ha dichiarato il noto giornalista.

I rischi, seppur minimi (1-2 casi ogni milione di trattamenti), sono concreti, ma possono ridursi a valori molto prossimi allo zero se il paziente viene preventivamente sottoposto a tutti gli accertamenti necessari.
Gli incidenti quasi sempre sono dovuti a diagnosi errate, a causa della fretta del medico di trattare il paziente senza sottoporlo agli indispensabili esami preliminari oppure quando a prendere in carico il paziente sono figure diverse dal medico che, per la loro natura giuridica, non possono prescrivere nessun accertamento strumentale e che, magari, evitano di inviare il paziente al medico per non rischiare di perderlo.

Prima di sottoporsi ad un trattamento manuale, quindi, è consigliabile rivolgersi ad un medico, verificando anche che sia specializzato nell’utilizzo delle manipolazioni vertebrali.

Salute & Benessere è una rubrica medica a cura del dott. Accursio Miraglia.