Conservare e trasportare i medicinali in modo corretto è fondamentale per garantirne l’integrità e quindi l’efficacia e la sicurezza
Questa buona prassi vale in particolare nella stagione estiva, quando le alte temperature (l’Agenzia Italiana del Farmaco indica come inizio-rischio i 25 gradi centigradi), l’umidità e l’escursione termica possono deteriorare il principio attivo e alterarne le proprietà o, comunque, accorciarne i tempi di scadenza.
Per queste ragioni è fondamentale osservare attentamente i farmaci prima di utilizzarli, soprattutto se vengono tenuti in casa già da qualche mese: qualora l’aspetto del medicinale che si utilizza abitualmente appaia diverso dal solito o presenti dei difetti (particelle solide in sospensione o sul fondo, cambio di colore o odore, modifica di consistenza) è sempre consigliabile consultare il farmacista o il medico prima di assumerlo.
Generalmente sulle confezioni sono indicate le modalità di conservazione tuttavia, nei casi in cui le indicazioni per la conservazione non siano specificate, vale la regola generale del luogo fresco e asciutto a una temperatura inferiore ai 25°.
Se si espongono i farmaci per un tempo limitato (una o due giornate) a temperature superiori a 25° non se ne pregiudica la qualità ma, in caso di esposizione prolungata, la data di scadenza deve essere considerata anticipata rispetto a quanto indicato sulla confezione. Se invece la temperatura di conservazione è specificatamente indicata, non rispettarla potrebbe addirittura renderli dannosi per la salute.
Durante i viaggi e quando non sia possibile conservarli in frigo per soggiorni fuori casa, occorre trasportare i farmaci in un contenitore termico e tenerli nell’abitacolo, se si viaggia in auto, o nel bagaglio a mano, se si utilizza l’aereo, evitando così le alte temperature del bagagliaio e della stiva. Il tradizionale portapillole, poi, non è adibito al trasporto, perché può surriscaldarsi o rilasciare sostanze nocive alterando le caratteristiche del prodotto.
Occorre porre attenzione anche in città: quando si acquista un farmaco non è possibile tenerlo in auto al caldo mentre si fanno altre commissioni, a meno che non si disponga un contenitore termico. Anche farmaci comuni possono produrre effetti potenzialmente dannosi se esposti a temperature troppo elevate.
Le stesse precauzioni vanno messe in atto per le creme (ad esempio una crema a base di idrocortisone per effetto del calore potrebbe separarsi nei suoi componenti e perdere di efficacia) e i farmaci inspray, che non devono mai essere lasciati all’esposizione diretta dei raggi solari o a temperature elevate.
La corretta temperatura di conservazione dei farmaci ha anche un valore minimo: come l’esposizione al caldo, anche quella al freddo eccessivo li danneggia. Diversi farmaci, come ad esempio l’insulina e i farmaci in sospensione, possono perdere la loro efficacia se congelati e non devono mai essere conservati a temperature inferiori ai 2° C.
Salute & Benessere è una rubrica medica a cura del dott. Accursio Miraglia.
Accursio Miraglia, nato a Sciacca il 27-12-68
Nel 1994 Laurea con Lode in Medicina e Chirurgia, Università Cattolica del Sacro Cuore (Roma – Policlinico Gemelli)
Nel 1998 Specializzazione con Lode in Medicina Fisica e Riabilitativa (Fisiatria), Università di Tor Vergata (Roma)
Dal 1998 al 2006 partecipa a numerosi corsi di aggiornamento organizzati dall’Accademi Italiana di Medicina Manuale
Dal 1998 al 1999 Assistente medico, responsabile area riabilitativa Casa di cura “Villa Fulvia”, Roma
Dal 1999 ad oggi Direttore Sanitario del Centro di Educazione Psicomotoria s.r.l, centro di fisioterapia accreditato presso il SSN
Dal 2009 è consulente tecnico d’ufficio presso il Tribunale di Sciacca e gli uffici del Giudice di pace di Sciacca, Menfi e Ribera.
Dall’anno accademico 2014-2015, professore a contratto presso la Scuola di Specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa dell’Università di Roma “Tor Vergata”.
Dal 2015 ricopre il ruolo di docente presso il “Corso-Teorico pratico di Medicina Manuale” organizzato dalla SIMFER (Società Italiana di medicina Fisica e Riabilitativa) con la collaborazione Società Italiana di Medicina Vertebrale (MEDVERT) e le Università “la Sapienza” e Tor Vergata” di Roma.