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Salute & Benessere. Integratori alimentari: quanto sono utili veramente?

Gli integratori sono veramente le “pillole magiche” che certi spot pubblicitari vogliono farci credere? Non proprio, ecco perchè

Quello degli integratori alimentari è un businnes in piena salute: esistono integratori per tutte le tasche, per ogni esigenza, fase della vita, lavoro e sport. C’è l’integratore per la menopausa e quello per i problemi di fertilità, quello per le future mamme e quello per i bambini, per chi fa sport o ha problemi di sonno.

L’integratore è considerato, spesso, una specie di pillola magica, che cura il corpo e la mente: il primo grazie ai (supposti) benefici che apporta, la seconda grazie all’azione salvifica sulla coscienza che, sempre più in crisi e assalita da sensi di colpa per stili di vita sbagliati, trova una comoda assoluzione in forma farmaceutica.

Ma gli integratori servono davvero?

Come dice la parola stessa l’integratore è un prodotto che dovrebbe servire solo in caso di carenza (malattia, malnutrizione) o aumentata necessità di risorse utili alla salute (sport, gravidanza). Proprio in gravidanza un’integrazione con acido folico protegge il nascituro e la futura mamma, in caso di un’anemia da carenza di ferro, indagate le cause, integrare con del ferro per via orale può essere utile a migliorare alcuni sintomi e così via. Per il resto, quando una persona conduce una vita sana, si nutre in maniera varia e completa ed ha una condizione di salute generale buona, non pare indispensabile l’utilizzo di integratori.

Perché allora questo fiorente mercato? Perché, come prima accennato, quella degli integratori è una formula magica irresistibile: pensate ad una sostanza facilmente disponibile (non servono ricette o prescrizioni) e che migliora la nostra salute senza effetti collaterali.

Ma alcuni lavori scientifici sembrano gettare un’ombra sull’utilità degli integratori.

Ad esempio una revisione sistematica e meta-analisi degli studi pubblicati tra il gennaio 1970 e l’agosto 2016 (studio pubblicato quest’anno su “Circulation: Cardiovascular Quality and Outcomes”), dimostra che l’integrazione multivitaminica non ha alcuna utilità statisticamente significativa sulla prognosi di pazienti affetti da patologie cardiovascolari.

Tra gli integratori che storicamente hanno avuto un grande successo vi sono gli antiossidanti, proposti per anni come prodotti capaci di ridurre i danni cellulari e perfino di prevenire alcune malattie (anche i tumori). Ma negli ultimi anni alcuni dubbi sono stati sollevati sull’azione di queste sostanze: non solo, infatti, sembrano non avere grandi effetti protettivi, ma è possibile che la loro sia una protezione “alla cieca”, non solo quindi utile alle cellule sane ma  anche a quelle tumorali (che quindi non risponderebbero alle terapie). Alcuni esprimenti su animali, dimostrerebbero che gli antiossidanti potrebbero addirittura favorire alcuni tumori: uno studio pubblicato su Science Translational Medicine evidenzia come gli antiossidanti accelerano la progressione dei tumori polmonari primari nei topi. Un altro studio sui topi ha evidenziato come nel melanoma maligno la somministrazione di N-acetilcisteina (NAC) aumenta le metastasi linfonodali, anche se non ha alcun impatto sul numero e la dimensione dei tumori primari. Allo stesso modo, l’ N-acetilcisteina e alcuni analoghi della vitamina E aumentano la migrazione e le proprietà invasive delle cellule di melanoma maligno umano, pur non influenzandone direttamente la proliferazione.

I dati dovranno certamente essere ulteriormente arricchiti, ma due dati a sfavore degli integratori sono certi.

Il primo è il cosiddetto effetto airbag: usare questi prodotti fa sentire  protetti e chi assume integratori rischia di mettere in atto comportamenti che aumentano il rischio di ammalarsi. Non a caso il consumo di integratori è più alto nei fumatori e in chi ha abitudini non sane.

Il secondo è che nessun integratore potrà mai sostituire quanto creato dalla natura. Gli alimenti, infatti, sono molto di più che un insieme di “ingredienti”: il modo in cui l’organismo utilizza un particolare nutriente, infatti, dipende dalle numerose sostanze ingerite contemporaneamente. Queste agiscono fra di loro di concerto e con processi di potenziamento reciproco (non riproducibili in laboratorio) e non, come vorrebbe farci credere l’industria degli integratori, con un semplice effetto di sommazione quantitativa.

Quindi integrare quando serve può essere utile, ma delegare agli integratori la preservazione della salute è illusorio e può rivelarsi davvero pericoloso.

Salute & Benessere è una rubrica medica a cura del dott. Accursio Miraglia.