⦿ Ultim'ora

Salute & Benessere. La fibromialgia o sindrome fibromialgica: sintomi e cura


La fibromialgia, o sindrome fibromialgica, è un insieme di segni e sintomi comuni anche ad altre patologie di natura muscolo scheletrica

I sintomi della fibromialgia sono molteplici come tensione muscolo-teninea, rigidità articolare e calo della forza, ma coinvolge ampiamente, oltre la sfera fisiologica, anche quella psicologica, con depressione, difficoltà ad addormentarsi, disturbi cognitivi, alterazione della sensibilità, perdita di memoria, problemi di concentrazione.

Dal punto di vista etiologico, nonostante la mole di studi di questi ultimi anni, non si sono potute mettere in evidenza cause certe.

L’epoca di inizio dei sintomi è molto variabile. Nella maggior parte dei casi i sintomi cominciano gradualmente e senza precisi motivi nell’età adulta; in altri casi i pazienti ritengono che siano iniziati nell’adolescenza, e per altri, a seguito di un trauma fisico o psichico.

I sintomi più frequenti sono i dolori osteo-articolari e muscolari, i disturbi del sonno, la fatica, la rigidità mattutina, la cefalea, il colon irritabile, le parestesie, il senso di gonfiore, i disturbi della sfera psichica.

Fattori aggravanti sono il clima freddo e/o umido, l’eccesso di attività fisica, o la totale inattività, lo stress psicologico.

Una volta iniziati, i sintomi probabilmente persisteranno in vario grado lungo il corso di tutta la vita, tuttavia non si instaurano mai vere lesioni anatomiche che possano provocare disabilità.
A oggi nessun farmaco è in grado di guarire la fibromialgia, ma è tuttavia è possibile trattare i sintomi.

Le risposte alle cure sono soggettive: ci sono alcuni casi in cui un semplice analgesico può bastare. Altre volte, invece, occorre usare più farmaci. Efficaci sono alcune molecole che regolano i neurotrasmettitori del sistema di percezione del dolore, come antidepressivi e anticonvulsivanti, oppioidi a basso dosaggio, cannabinoidi, sedativi e acetilcarnitina, utile sia per l’energia muscolare che su aspetti depressivi e percezione del dolore.

È necessario poi seguire anche trattamenti non farmacologici: ad esempio è fondamentale avere una buona forma fisica e nutrirsi in maniera corretta.

Numerosi studi su questa sindrome ci dicono poi che l’esercizio fisico guidato e controllato, ha risultati nel tempo duraturi e risvolti sicuramente positivi.

L’esercizio fisico è di basilare importanza per interrompere il circolo vizioso dolore-inattività-dolore. Il paziente fibromialgico, infatti, tende ad evitare di muoversi per non aggravare il dolore, ma l’immobilità peggiora la forma fisica e la depressione, che, a loro volta, aggravano la sintomatologia dolorosa durante il movimento.

Pertanto gli obiettivi dell’esercizio fisico sono il miglioramento della forma fisica, il recupero e il mantenimento di gestualità e movimenti quotidiani, la riduzione della faticabilità e il miglioramento del tono dell’umore. Gli esercizi aerobici, gli esercizi di rafforzamento muscolare e gli esercizi di allungamento muscolare, hanno grandi effetti benefici sulla capacità fisica e sui sintomi della fibromialgia. Migliorano il dolore, la depressione e la disabilità, la qualità della vita e la forza muscolare.

Il massaggio, dal punto di vista terapeutico, sembra contribuire alla riparazione tessutale, alla modulazione del dolore, al rilassamento muscolare e al miglioramento dell’umore.

Da non trascurare infine l’aspetto psicologico, come problemi di disturbi post-traumatici da stress che vanno analizzati e corretti con terapie terapeutiche comportamentali. Chi soffre di fibromialgia potrebbe ottenere significativi benefici imparando a gestire le proprie emozioni. Per riuscirci uno studio olandese ha messo a punto una terapia cognitivo-comportamentale.

La dottoressa Saskia van Koulil, dell’università di Nijmegen, ha testato su 75 pazienti con fibromialgia ad alto rischio di sviluppare una sintomatologia dolorosa molto limitante, una terapia psicologica studiata su misura per le caratteristiche emotive di ciascuno. Lo scopo era quello di aiutare i pazienti a vivere in maniera positiva le emozioni e anche il dolore associato alla patologia. Contemporaneamente alla terapia di questi 75 pazienti la dottoressa ha monitorato un campione altrettanto grande di fibromialgici a cui era stato detto di essere in lista di attesa per la terapia.

Dopo sei mesi è stato constatato che i pazienti che avevano ricevuto la terapia cognitivo-comportamentale stavano meglio rispetto a quelli che non l’avevano ricevuta. Presentavano infatti meno dolore, affaticamento, difficoltà funzionali e soprattutto un maggior controllo dei sentimenti negativi e dell’ansia.

Da quanto detto si desume che la fibromialgia è una sindrome molto complessa, con una sintomatologia articolata e complessa. Per tale ragione l’approccio terapeutico deve essere globale e prevedere diverse aree di intervento (farmacologico, riabilitativo, psicologico, comportamentale) per ottenere un miglioramento significativo della qualità di vita dei pazienti.