Le infezioni sessualmente trasmesse sono in aumento: in Italia le persone con un’infezione sessuale confermata sono aumentate del 40% in meno di 30 anni
A parte i numeri, preoccupa anche la fascia d’età dei contagiati, sempre più bassa. Ma cosa sono le Ist e perché è bene non sottovalutarle? Chi sono i più colpiti? E soprattutto, che fare per evitarle?
Le malattie sono molte
L’infezione sessualmente trasmessa più conosciuta è certamente quella da Hiv, ma a preoccupare gli esperti, in questo momento, sono infezioni come la gonorrea, i cui casi sono raddoppiati in 3 anni, o la clamidia, che registra un incremento del 30% negli ultimi dodici mesi. La sifilide si diffonde a ritmo doppio rispetto al 2000 per uomini e donne eterosessuali, e addirittura 10 volte più velocemente per i maschi omosessuali.
“Quando si parla di infezioni sessuali, si pensa sempre ad una malattia sola, ma in realtà ce ne sono anche molte altre”, avverte Barbara Suligoi, direttrice del Centro operativo Aids dell’Iss, l’Istituto superiore di Sanità. “Parliamo di infezioni virali come il papilloma virus umano (hpv), herpes genitali ed epatiti virali. Ma anche infezioni batteriche come la clamidia, la sifilide e la gonorrea”.
Pochi disturbi, tanti rischi
Una volta avvenuto il contagio in molti casi la malattia decorre senza sviluppare disturbi importanti o segni visibili sul corpo, rimanendo talvolta latente per anni. Le conseguenze però si faranno sentire nel lungo periodo. La clamidia ad esempio, si manifesta spesso con sintomi assolutamente vaghi e trascurabili. Se non riconosciuta e trattata progredisce e si moltiplica, provocando sterilità sia nell’uomo che nella donna.
Il rischio tumore
Ma non è tutto. I virus delle Ist sono spesso oncogeni. Il papilloma virus umano provoca i condilomi ma può portare anche tumori al collo dell’utero, del pene e dell’ano.
Il batterio della sifilide in stadio tardivo invece, può arrivare ad infettare gravemente organi come cuore, cervello e fegato.
I giovani i più colpiti
Il dato più allarmante è senza dubbio la prevalenza delle infezioni sulla fascia d’età 15-24 anni. La frequenza dell’infezione da Chlamydia trachomatis ad esempio, è più che tripla per giovani e giovanissimi, rispetto a soggetti di età superiore. Ciò è legato sia al fatto che i tessuti dell’apparato genitale in adolescenza non sono ancora completamente maturi, sia a comportamenti a rischio, come il mancato utilizzo del preservativo o la promiscuità sessuale.
Prevenire è MOLTO meglio che curare
Come fare per far rallentare le infezioni? È indispensabile che ai primi sintomi a livello genitale ci si sottoponga ad un controllo medico. Sovente le Ist esordiscono con piccoli puntini o verruchine, pruriti o bruciori in area genitale, sintomi lievi che, però, non devono mai essere sottovalutati. I ragazzi peraltro, tendono a non trattare l’argomento con facilità, complice in molti casi la scarsa consapevolezza. “Esiste proprio per questo un numero verde gratuito ed anonimo gestito da Iss (800-861061), avverte la dott.ssa Suligoi, a cui rispondono medici, psicologi ed avvocati. Gli specialisti offrono supporto personalizzato che va dagli aspetti medici e psicologici a quelli legali e possono anche fornire una lista di centri clinici e laboratori pubblici a cui rivolgersi gratuitamente”.
Un aiuto anche da web: sul sito www.uniticontrolaids.it ci sono tante informazioni sulle Ist e una comoda mappa della Penisola. Cliccando sulla città in cui ci si trova, si accede ad un elenco di centri vicini, a cui affidarsi per visite o consulti.
Diagnosi precoce e terapia corretta riescono nella maggior parte dei casi ad evitare complicazioni, anche in considerazione che gli test di laboratorio sono molto precisi e per la maggior parte poco invasivi.
Ma la raccomandazione più importante rimane quella di praticare le regole del sesso sicuro. “Insieme all’utilizzo del preservativo – conclude la dott.ssa Suligoi – è opportuno ridurre il numero di partner sessuali e restare sempre lucide/i durante il rapporto”.
Salute & Benessere è una rubrica medica a cura del dott. Accursio Miraglia.
Accursio Miraglia, nato a Sciacca il 27-12-68
Nel 1994 Laurea con Lode in Medicina e Chirurgia, Università Cattolica del Sacro Cuore (Roma – Policlinico Gemelli)
Nel 1998 Specializzazione con Lode in Medicina Fisica e Riabilitativa (Fisiatria), Università di Tor Vergata (Roma)
Dal 1998 al 2006 partecipa a numerosi corsi di aggiornamento organizzati dall’Accademi Italiana di Medicina Manuale
Dal 1998 al 1999 Assistente medico, responsabile area riabilitativa Casa di cura “Villa Fulvia”, Roma
Dal 1999 ad oggi Direttore Sanitario del Centro di Educazione Psicomotoria s.r.l, centro di fisioterapia accreditato presso il SSN
Dal 2009 è consulente tecnico d’ufficio presso il Tribunale di Sciacca e gli uffici del Giudice di pace di Sciacca, Menfi e Ribera.
Dall’anno accademico 2014-2015, professore a contratto presso la Scuola di Specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa dell’Università di Roma “Tor Vergata”.
Dal 2015 ricopre il ruolo di docente presso il “Corso-Teorico pratico di Medicina Manuale” organizzato dalla SIMFER (Società Italiana di medicina Fisica e Riabilitativa) con la collaborazione Società Italiana di Medicina Vertebrale (MEDVERT) e le Università “la Sapienza” e Tor Vergata” di Roma.