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Salute & Benessere. Linfonodi aumentati di volume: rapporti con il vaccino anti-covid?


La circolazione corporea più conosciuta è quella del sangue, che avviene attraverso le arterie e le vene, mentre la circolazione della linfa costituisce un argomento meno conosciuto

Tuttavia il sistema linfatico è fondamentale per la sopravvivenza del corpo, dal momento che costituisce la sede principale dell’interazione tra antigeni e sistema immunitario, cioè tra le sostanze estranee che aggrediscono il corpo e i meccanismi di difesa che vengono messi in atto per contrastare tale aggressione.

Il sistema linfatico è costituito da una fitta rete di capillari che contiene al suo interno i linfonodi, vere e propri “check points” in cui vengono intercettati gli antigeni che giungono a loro attraverso il torrente linfatico e messe in atto le difese per neutralizzarli grazie ai linfociti e macrofagi, cellule specializzate nella lotta alle sostanze estranee e agli agenti infettivi.

L’aumento di volume dei linfonodi (linfadenopatia) può, quindi, essere causato sia dalla produzione aumentata di linfociti con lo scopo di difesa verso un’infezione che dalla proliferazione di macrofagi e cellule infiammatorie, quale reazione ad uno stato di infiammazione. In questi casi la struttura tipica dei linfonodi viene mantenuta intatta.

I linfonodi hanno il compito di intercettare e cercare di distruggere le cellule tumorali. Anche in questo caso macroscopicamente si ha una linfadenopatia, mentre a livello microscopica la struttura linfonodale viene scompaginata.

Come comportarsi in caso di aumento dimensionale dei linfonodi?

Non bisogna allarmarsi ma comunque contattare il Medico di Medicina Generale e sottoporsi a visita ed eventualmente ad accertamenti mirati.

Linfonodi e vaccino anti-COVID

La linfadenopatia è un argomento particolarmente attuale poiché, come ogni altro vaccino, anche i vaccini anti-COVID possono avere effetti collaterali, nella maggior parte dei casi transitori e di minimo rilievo, uno dei quali è proprio la linfoadenopatia.

Come illustrato in uno studio pubblicato sul sito della RSNA, Società Radiologica del Nord America, sono stati riscontrati casi di adenopatia regionale, ovvero l’ingrossamento dei linfonodi a seguito della vaccinazione convenzionale a base di vettori virali. Questa circostanza si verifica spesso nella regione ascellare e sopraclavicolare, lì dove gli antigeni attivati localmente migrano dopo l’inoculazione del vaccino per via intramuscolare nel muscolo deltoide.

La linfadenopatia è contemplata come evento collaterale anche nella scheda tecnica dei vaccini ad RNA messaggero, come evidenziato il 2 marzo scorso anche dal General Hospital Massachusetts (Stati Uniti d’America) che, tramite un comunicato stampa, ha avvertito circa il possibile gonfiore dei linfonodi, soprattutto sotto le ascelle, legato all’inoculazione dei vaccini di Moderna e Pfizer.
Linfoadenopatia e malati oncologici

L’associazione tra linfoadenopatia e vaccino diventa particolarmente importante per i pazienti oncologici, sia dal punto di vista psicologico, per l’ansia generata da queste manifestazioni, sia dal punto diagnostico, in quanto si può oscillare tra un attendismo che potrebbe diventare pericoloso ed un interventismo magari inutile e affrettato.

Come comportarsi?

In questa fase, in cui non ci sono dati sufficienti a fornire una casistica chiara sulla relazione tra vaccinazione e adenopatia, e dunque non è possibile sapere ancora con certezza quanto ogni vaccino anti-COVID-19 incida sull’ingrossamento dei linfonodi, sulla durata di tale fenomeno e come ogni singolo paziente risponda a questo effetto collaterale, fondamentale appare la relazione tra medici e pazienti.

Nel caso, quindi, insorga un linfadenopatia successivamente alla somministrazione del vaccino, non occorre allarmarsi ma rivolgersi al proprio Medico di Medicina Generale, che valuterà caso per caso, eventualmente prescrivendo ulteriori accertamenti nei casi sospetti.

 

Salute & Benessere è una rubrica medica a cura del dott. Accursio Miraglia.