I volti di medici e infermieri con i segni lasciati dalle mascherine e dai dispositivi di protezione individuale (Dpi) anti-COVID19 hanno invaso social e riviste, facendo il giro del mondo
Chi è costretto ad indossare per molte ore i dispositivi di protezione, in effetti, può presentare lesioni da pressione, legate all’utilizzo dei modelli più aderenti, ma anche lesioni da sfregamento, specialmente a livello del naso e delle guance. Si tratta di danni davvero minimi rispetto a quelli che potrebbe fare il virus, ma tuttavia non trascurabili.
Peraltro il problema non riguarda più solo il personale sanitario poiché, una volta avviata la fase 2, anche i non addetti ai lavori dovranno indossare (per un tempo certamente non breve) le mascherine per uscire di casa.
Occorre specificare che anche la pelle delle mani, considerata la necessità di frequenti lavaggi con acqua e sapone o di igienizzazione con soluzione alcolica, è a rischio danneggiamento, potendo sviluppare importanti dermatiti irritative.
Cosa occorre fare per salvaguardare la pelle di mani e viso senza rinunciare agli indispensabili Dpi?
“In questo periodo – afferma la professoressa Ketty Peris, ordinario di dermatologia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e Direttore della UOC di Dermatologia della Fondazione Policlinico Universitario ‘A. Gemelli’ IRCCS – stiamo vedendo tante dermatiti irritative. Queste pelli vanno lavate con ‘saponi non saponi’ e idratate molto bene. Soprattutto le mani, sulle quali sono stati abbondantemente utilizzati disinfettanti a base di alcol al 70%, altamente irritanti, vanno molto idratate, così come tutte le altre parti del corpo. Per chi indossa mascherine chirurgiche o quelle fai te non ci sono problemi particolari per la pelle del viso, ma la raccomandazione, anche in questo caso, è la stessa: idratare molto bene la pelle prima di indossarle e dopo averle tolte”.
Occorre specificare che i problemi variano anche in funzione delle mascherine che si utilizzano.
Le mascherine più occlusive (in genere i cosiddetti filtranti facciali delle varie classi Ffp) e senza valvola creano maggiori problemi, in primis perché, essendo più rigide, esercitano sulla cute un’azione di sfregamento più energica delle chirurgiche o delle mascherine di stoffa. In seconda istanza, essendo più occlusive, creano un ambiente particolarmente umido, deleterio per la cute.
Proprio l’umidità, associata al ricircolo di aria ed alla presenza di germi provenienti da naso e bocca può provocare dei quadri di follicolite in area periorale, che si manifestanocon la comparsa di foruncoli di colore rosso.
Per limitare le lesioni può essere utile, prima di indossare le mascherine, applicare una crema barriera almeno a livello delle orecchie o nei punti più critici o, in alternativa, applicare un cerotto di carta traspirante nei punti di maggiore pressione.
Dopo la rimozione delle mascherine occorre utilizzare prodotti per la detersione e l’idratazione delicati e adatti alle pelli più sensibili, come ad esempio a base di estratti di Calendula o di Camomilla.
In tempi di Coronavirus occorre essere particolarmente accorti nel maquillage. Il trucco, infatti, non va molto d’accordo con la mascherina tuttavia, per le donne che proprio non riescono a rinunciarvi,è consigliabile evitare le creme occlusive ed utilizzare un trucco leggero. È possibile utilizzare una crema colorata che espleti anche un effetto idratante, così come anche terra e fard, mentre sono decisamente sconsigliati sia fondotinta cremosi e coprenti che i cosmetici per gli occhi (comprese le ciglia finte). Rimuovendo trucco e mascherina è consigliato un cosmetico lenitivo o anti-arrossamento.
Salute & Benessere è una rubrica medica a cura del dott. Accursio Miraglia.
Accursio Miraglia, nato a Sciacca il 27-12-68
Nel 1994 Laurea con Lode in Medicina e Chirurgia, Università Cattolica del Sacro Cuore (Roma – Policlinico Gemelli)
Nel 1998 Specializzazione con Lode in Medicina Fisica e Riabilitativa (Fisiatria), Università di Tor Vergata (Roma)
Dal 1998 al 2006 partecipa a numerosi corsi di aggiornamento organizzati dall’Accademi Italiana di Medicina Manuale
Dal 1998 al 1999 Assistente medico, responsabile area riabilitativa Casa di cura “Villa Fulvia”, Roma
Dal 1999 ad oggi Direttore Sanitario del Centro di Educazione Psicomotoria s.r.l, centro di fisioterapia accreditato presso il SSN
Dal 2009 è consulente tecnico d’ufficio presso il Tribunale di Sciacca e gli uffici del Giudice di pace di Sciacca, Menfi e Ribera.
Dall’anno accademico 2014-2015, professore a contratto presso la Scuola di Specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa dell’Università di Roma “Tor Vergata”.
Dal 2015 ricopre il ruolo di docente presso il “Corso-Teorico pratico di Medicina Manuale” organizzato dalla SIMFER (Società Italiana di medicina Fisica e Riabilitativa) con la collaborazione Società Italiana di Medicina Vertebrale (MEDVERT) e le Università “la Sapienza” e Tor Vergata” di Roma.