Le cadute sono tra gli eventi più drammatici per gli anziani, causa spesso di esiti invalidanti e, talvolta, anche di morte
Si stima che, in Italia, il 28,6% delle persone con età pari o superiore a 65 anni cada almeno una volta all’anno e che il 43% cada più di una volta. La maggior parte (60%) delle cadute avvengono in casa: all’interno dell’abitazione gli ambienti a maggior rischio sono la cucina (25%), la camera da letto (22%), le scale (20%) ed il bagno (13%).
Le conseguenze delle cadute possono essere diverse ed il modo con cui una persona cade influisce sul tipo di lesione: le fratture del polso si verificano quando si cade in avanti o all’indietro appoggiandosi a terra con la mano, le fratture dell’anca si verificano tipicamente quando si cade sul lato, mentre le cadute all’indietro sui glutei o sulla schiena possono provocare un cedimento vertebrale.
Le fratture del polso sono più comuni tra i 65 e 75 anni, mentre quelle dell’anca predominano in età più avanzata: ciò riflette il rallentamento dei riflessi e la riduzione dell’abilità di proteggersi, attutendo la caduta con la mano (comportamento, questo, che appunto provoca le fratture del polso).
Sono molte le cause che possono determinare una caduta negli anziani: nella maggior parte dei casi le cause sono legate alla perdita di equilibrio, ai farmaci che si assumono e ad ostacoli presenti in casa.
Molto spesso, però, la caduta è legata ad un improvviso mancamento, una fugace perdita di coscienza che può costare molto cara.
Secondo il Prof. Niccolò Marchionni, Direttore del Dipartimento Cardiotoracovascolare all’Ospedale Careggi di Firenze, “molti anziani hanno cali di pressione o altre difficoltà circolatorie che portano a una momentanea perdita di coscienza e alla conseguente caduta. Individuare questi soggetti è essenziale per poterli gestire al meglio e prevenire ulteriori cadute: è ciò che accade grazie alle Unità Sincope e Cadute nel pronto soccorso, dove i pazienti vengono valutati secondo protocolli ben standardizzati, per capire le cause della sincope e prevenire le recidive”.
Auspicate dalle Linee Guida della Società Europea di Cardiologia nel 2018, dopo le prime esperienze in Irlanda, al Saint James’s Hospital di Dublino, sono quindi già attive anche in Italia, dove l’Ospedale Careggi di Firenze è capofila seguito dall’Ospedale Molinette di Torino, dal Policlinico Federico II di Napoli e dall’Ospedale Baggiovara di Modena.
Sincopi e cadute sono tra le più frequenti cause di accesso al pronto soccorso e, in particolar modo, negli anziani. “Non è raro che i due eventi siano correlati – afferma Andrea Ungar, responsabile della Syncope Unit presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Careggi di Firenze-. È necessario un immediato inquadramento dei pazienti che si presentano al pronto soccorso per episodi di sincopi e cadute. Qui gli anziani, grazie a un team composto da geriatra e cardiologo, vengono sottoposti a numerosi esami per verificare se all’origine della caduta c’è un’alterazione del ritmo cardiaco, una cardiopatia strutturale o alterazioni dei meccanismi di regolazione della pressione arteriosa, magari per effetti collaterali da farmaci”.
Le Unità dedicate alla valutazione della sincope e delle cadute, hanno un notevole impatto sulla riduzione dei tempi e dei costi di gestione di questi pazienti e, al tempo stesso, consentono di attivare subito strategie d’intervento e prevenzione di recidive, riducendo con il rischio di nuove cadute anche i nuovi accessi al pronto soccorso, con un miglioramento nella gestione delle emergenze – osservano Marchionni e Ungar –.
Inoltre, una valutazione multidisciplinare, come quella possibile grazie ad un team “anti-caduta”, può dimezzare il rischio di ricoveri nelle RSA anche nei casi in cui ci sia stato un danno conseguente all’infortunio. Tutto questo incide moltissimo anche sui costi diretti e indiretti correlati alle cadute, in quanto si può ottenere una riduzione dei costi sanitari che arriva a oltre un terzo, come dimostrato in studi controllati.
Salute & Benessere è una rubrica medica a cura del dott. Accursio Miraglia.
Accursio Miraglia, nato a Sciacca il 27-12-68
Nel 1994 Laurea con Lode in Medicina e Chirurgia, Università Cattolica del Sacro Cuore (Roma – Policlinico Gemelli)
Nel 1998 Specializzazione con Lode in Medicina Fisica e Riabilitativa (Fisiatria), Università di Tor Vergata (Roma)
Dal 1998 al 2006 partecipa a numerosi corsi di aggiornamento organizzati dall’Accademi Italiana di Medicina Manuale
Dal 1998 al 1999 Assistente medico, responsabile area riabilitativa Casa di cura “Villa Fulvia”, Roma
Dal 1999 ad oggi Direttore Sanitario del Centro di Educazione Psicomotoria s.r.l, centro di fisioterapia accreditato presso il SSN
Dal 2009 è consulente tecnico d’ufficio presso il Tribunale di Sciacca e gli uffici del Giudice di pace di Sciacca, Menfi e Ribera.
Dall’anno accademico 2014-2015, professore a contratto presso la Scuola di Specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa dell’Università di Roma “Tor Vergata”.
Dal 2015 ricopre il ruolo di docente presso il “Corso-Teorico pratico di Medicina Manuale” organizzato dalla SIMFER (Società Italiana di medicina Fisica e Riabilitativa) con la collaborazione Società Italiana di Medicina Vertebrale (MEDVERT) e le Università “la Sapienza” e Tor Vergata” di Roma.