La sindrome premestruale è un disturbo caratterizzato dalla comparsa di sintomi, collegati al ciclo mestruale, che si manifestano dai 5 agli 11 giorni prima dell’inizio delle mestruazioni e che regrediscono con l’inizio delle perdite ematiche
I sintomi, che sono sia strettamente fisici che di tipo emozionale/mentale, tendono a manifestarsi con schemi prevedibili, anche se i cambiamenti fisici ed emozionali possono essere particolarmente intensi alcuni mesi e solo vagamente avvertiti in altri.
I principali sintomi fisici sono: gonfiore e dolore al seno, aumento di peso dovuto a ritenzione idrica, stipsi o diarrea, cefalea, gonfiore addominale ed agli arti, dolori muscolari, comparsa di brufoli.
Le ripercussioni psicologiche comprendono: cambi di umore repentini, confusione, difficoltà di concentrazione o smemoratezza, riduzione del desiderio sessuale, ansia, insonnia, irritabilità ed aggressività, crisi di pianto, scarsa considerazione di sé, stanchezza, attacchi di fame (anche incontrollabili) con voglia di alimenti dolci ed in genere poco salutari.
Non è possibile ascrivere questa sindrome ad un’unica causa e si pensa piuttosto che diversi fattori concorrano nel provocare la comparsa dei sintomi.
Molte ricerche portano a ritenere di grande importanza la fluttuazione dei livelli degli ormoni sessuali, che tendono a ridursi sensibilmente nel periodo in cui si notano i tipici sintomi della sindrome premestruale ed a tornare su livelli normali dopo l’inizio delle perdite, quando il livello dei suddetti ormoni ricomincia a salire.
Anche le variazioni della serotonina, il cosiddetto ormone della felicità, potrebbero giocare un ruolo non indifferente in questa sindrome, infatti un livello insufficiente di questa sostanza è associato a un rischio maggiore di sviluppare alcuni sintomi.
Si ritiene che anche la carenza di magnesio, possibile a causa dell’incremento dell’aldosterone, possa essere responsabile di alcuni sintomi (mal di testa, crampi muscolari, dolori all’utero).
Una variazione dei livelli di estrogeni e prolattina sembra alla base dell’aumento di volume e del dolore al seno, della ritenzione idrica, della stipsi e dell’aumento di peso.
La diagnosi di sindrome premestruale è clinica. In questo senso tenere un diario dei sintomi, delle loro caratteristiche e temporalità permette di tenere traccia della situazione nel tempo in modo da poter valutare nel tempo il fenomeno.
Non esiste una terapia risolutiva per la sindrome premestruale, tuttavia è possibile trovare sollievo dai dolori o dai fenomeni emozionali. Ecco alcuni consigli.
Praticare attività fisica aerobica
Attività come la corsa, la danza o andare in bicicletta possono ridurre i sintomi, specie il senso di tristezza, la fatica e la difficoltà nella concentrazione. L’attività fisica va adattata alle condizioni del momento, ma non è indispensabile un’attività ad alta intensità: anche solo 30 minuti di tapis roulant, per tre volte a settimana, possono essere utili.
Ridurre il consumo di alcuni alimenti
Ridurre il consumo di zucchero, sale, caffeina, latticini e alcool può alleviare alcuni sintomi come il gonfiore e la ritenzione idrica.
Aumentare il consumo di carboidrati complessi
Alcune ricerche scientifiche dimostrano come mangiare frequentemente piccole porzioni di carboidrati complessi (cereali integrali) possa ridurre gli sbalzi d’umore.
Dormire a sufficienza
Stabilire una routine del sonno regolare e dormire a sufficienza (7-9 ore) riduce l’affaticamento.
Utilizzo di integratori
Alcune donne trovano beneficio integrando la propria dieta con alcuni tipi di vitamine e minerali (acido folico, vitamina B6, magnesio, calcio).
Stress
Esiste una connessione diretta tra lo stress e l’aumento dell’intensità dei sintomi della sindrome premestruale.
Non fumare
Il fumo accentua la sintomatologia della sindrome premestruale.
Nei casi più gravi di sindrome premestruale è possibile, dietro prescrizione medica, ricorrere alla terapia farmacologica.
Tra i farmaci prescritti con maggior frequenza per alleviare la sindrome premestruale ricordiamo:
Antinfiammatori non steroidei (FANS)
Se assunti prima dell’inizio del ciclo oppure all’inizio dello stesso, i FANS, come l’ibuprofene, sono in grado di alleviare i crampi e la tensione mammaria. Il problema delle variazioni di flusso può essere superato utilizzando, in alcuni casi, le molecole della famiglia dei Coxib.
Diuretici
Se l’esercizio fisico e la diminuzione del sale nella dieta non sono sufficienti per combattere l’aumento di peso e il gonfiore, assumere i diuretici può aiutare l’organismo ad eliminare i liquidi in eccesso.
Contraccettivi orali (pillola).
Questi farmaci con obbligo di ricetta bloccano l’ovulazione e stabilizzano gli sbalzi ormonali, alleviando i sintomi della sindrome premestruale.
Antidepressivi
Si sono dimostrati efficaci per diminuire i sintomi come l’affaticamento, il desiderio di cibo e i problemi del sonno. Tuttavia l’uso di questi farmaci deve essere attentamente valutato.
Accursio Miraglia, nato a Sciacca il 27-12-68
Nel 1994 Laurea con Lode in Medicina e Chirurgia, Università Cattolica del Sacro Cuore (Roma – Policlinico Gemelli)
Nel 1998 Specializzazione con Lode in Medicina Fisica e Riabilitativa (Fisiatria), Università di Tor Vergata (Roma)
Dal 1998 al 2006 partecipa a numerosi corsi di aggiornamento organizzati dall’Accademi Italiana di Medicina Manuale
Dal 1998 al 1999 Assistente medico, responsabile area riabilitativa Casa di cura “Villa Fulvia”, Roma
Dal 1999 ad oggi Direttore Sanitario del Centro di Educazione Psicomotoria s.r.l, centro di fisioterapia accreditato presso il SSN
Dal 2009 è consulente tecnico d’ufficio presso il Tribunale di Sciacca e gli uffici del Giudice di pace di Sciacca, Menfi e Ribera.
Dall’anno accademico 2014-2015, professore a contratto presso la Scuola di Specializzazione in Medicina Fisica e Riabilitativa dell’Università di Roma “Tor Vergata”.
Dal 2015 ricopre il ruolo di docente presso il “Corso-Teorico pratico di Medicina Manuale” organizzato dalla SIMFER (Società Italiana di medicina Fisica e Riabilitativa) con la collaborazione Società Italiana di Medicina Vertebrale (MEDVERT) e le Università “la Sapienza” e Tor Vergata” di Roma.