“Io non patteggio, sono convinto di aver ragione e vado avanti fino in Cassazione. Non ho paura. Conto di essere assolto. È un processo politico e un tentativo della sinistra di attaccare il governo”
Queste le parole di Matteo Salvini, ospite di ‘Quarta Repubblica’ su Rete 4, condotto da Nicola Porro, parlando del processo “Open arms” a suo carico. Il leader leghista riferendosi alla scelta fatta da Giovanni Toti, ex governatore della Liguria, ha ribadito: “Non patteggio, sono convinto di aver ragione. Vado fino in Cassazione per dire che non sono un sequestratore. Abbiamo ridotto gli sbarchi e dimezzato i morti. L’immigrazione clandestina è un business. Io i terroristi, gli stupratori, quelli che hanno 18 identità e provano a sbarcare per la sesta volta a Lampedusa non li faccio sbarcare. Ci vuole un limite, possiamo accogliere un tot di persone. Ritengo di aver difeso la sicurezza del mio paese e di aver mantenuto una promessa, da politico dissi votatemi e riduco gli sbarchi”.
Ed ancora: “Io conto di essere assolto perché se il giudice legge gli atti e li confronta con quanto fatto da altri ministri e con il diritto nazionale e internazionale..allora cambi ..Noi stavamo aspettando che altri Paesi intervenissero per la redistribuzione..”, ha continuato Salvini, aggiungendo: “Ma io non mollo di un centimetro, non mi fermo. Sono serenamente e pacificamente incazzato”. Poi l’attacco all’opposizione: “Mi sembra evidente che l’attuale esecutivo sia sott’attacco, anche attraverso il processo nei suoi confronti o il caso dell’ex ministro Sangiuliano”.
Poi riferendosi alle opposizioni ha spiegato: “Siccome non ci riescono alle elezioni (le abbiamo vinte tutte tranne una), loro pensavano allo spread in crescita e invece scende, pensavano alla disoccupazione..aumentano i risparmi.. Quindi, dicono: ‘questi se vanno avanti così, non ce li togliamo più”. E alla domanda di Porro se crede che l’attacco abbia una regia, il vicepremier ha risposto: “Non ci sono registi occulti” ma “penso che ci sia il solito sistema” citando poi “un modo di fare politica di Pd, M5s e Renzi che non è il mio, perché io non godo e non rido delle accuse altrui”.
Incalzato da Porro il segretario della Lega ha detto: “Se ho paura di essere condannato? No. È imbarazzante quello che abbiamo sentito. Non è un processo a Salvini, al politico, è un processo all’Italia. Stando a questa signora dovremmo far sbarcare chiunque. Rifarei esattamente domani quello che ho fatto, cioè difendere i confini del nostro Paese. Ci sono tanti delinquenti italiani, le carceri sono piene anche di delinquenti stranieri. Avevo promesso ai cittadini di ridurre gli sbarchi. Quello che mi è pesato in queste 48 ore? Non sono preoccupato per me, mi è pesato spiegare ai miei figli cosa sta succedendo”.
Redazione Fatti & Avvenimenti