Le sarde allinguate passate in aceto infarinate e fritte sono una delizia per il palato e dopo averle assaggiate non potrete più farne a meno
L’ origine del nome risale ai tempi della dominazione spagnola, quando i nobili invasori della Sicilia mangiavano le prelibate sogliole che chiamavano “lenguado”. I poveri siciliani non potevano permettersi le sogliole, quindi aprivano e deliscavano le sarde che prendevano le loro sembianze. Da qui sarde a lenguado, – sarde a sogliola – ovvero sarde allinguate.
Il periodo migliore della pesca delle sarde va da maggio a settembre, il consiglio dello chef Giovanni Lorenzo Montemaggiore, ideatore delle ricetta, per una migliore riuscita del piatto, è di prendere le sarde grandi, più facili da pulire e con una carne più consistente. Potete servirle come antipasto o come secondo piatto.
La preparazione non è complicata e richiede poco tempo. Difficoltà media.
Ingredienti per 4 persone:
600 gr di sarde fresche
farina di grano duro q.b.
1 litro di aceto di vino bianco
semini di aneto (finocchio selvatico)
olio extravergine di oliva
sale q. b.
PREPARAZIONE
- Pulite le sarde togliendo la testa, poi apritele a libro e asportare le interiora, la lisca interna e sopratutto la piccola spina sulla schiena che anche in cottura rimane durissima;
- lavate i filetti di sarde ottenuti e mettetele in un recipiente coperte completamente con l’aceto e lasciatele riposare per una mezz’ora;
- trascorso il tempo mettete in un piatto abbondante farina di semola di grano duro, salare (non troppo) e infarinate le sarde premendo bene in modo che vengano ben ricoperte dalla semola da entrambi i lati;
- in abbondante olio extravergine di Oliva, friggete le sarde in immersione, quando saranno dorate tiratele fuori e mettetele su della carta forno;
- infine disponetele in un piatto, e guarnite con un limone. Si mangiano ancora calde preferibilmente con una abbondante spremuta di limone fresco.
Come al solito… Buon appetito!
Redazione Fatti & Avvenimenti