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Scambio prigionieri tra Russia e Ucraina grazie ad Erdogan che si tiene 5 ufficiali ucraini: Kiev festeggia, Mosca tace

Importante scambio di prigionieri che funge da spaccato sulla situazione delle forze in campo al momento in Ucraina: ruolo fondamentale della Turchia di Erdogan, con gli ucraini che festeggiano parlando di vittoria, mentre Mosca tace per via dell’opinione pubblica interna poco propensa al rilascio di prigionieri

Scambio di prigionieri tra Russia e Ucraina: 205 prigionieri di guerra ucraini e altri 10 mercenari occidentali sono stati consegnati dalla Russia, gli ucraini hanno invece consegnato 55 prigionieri di guerra russi tra cui 6 ufficiali, oltre al miliardario ucraino filorusso Viktor Medvedchuk. A favorire lo scambio di prigionieri – il più grande dal 24 febbraio 2022, secondo Andriy Yermak -, vedendolo come un importante passo avanti nella risoluzione del conflitto, il Presidente turco Erdogan, che continua a ritagliarsi un ruolo di primo piano nel contesto della guerra ucraina. Proprio Erdogan ha annunciato lo scambio a margine dell’assemblea Onu di mercoledì.

Una notizia festeggiata dall’Ucraina, con il Presidente Zelensky che ha annunciato la liberazione di 215 prigionieri di guerra tra cui 205 ‘eroi di Azovstal’, i difensori dell’acciaieria di Mariupol che fu ultima roccaforte ucraina nell’area. Di questi, ben 108 sono soldati del “celebre” e contestato per le posizioni neonaziste, Battaglione Azov.

Il capo dell’ufficio del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Andriy Yermak ha sottolineato che lo scambio “è il risultato di accordi personali tra il presidente Zelensky e il presidente Erdogan”. “Il presidente Volodymyr Zelensky ha fissato un obiettivo chiaro: riportare i nostri eroi a casa. Il risultato: i nostri eroi sono liberi”, ha scritto su Facebook Yermak.

Tra le persone liberate ci sono anche 10 mercenari occidentali che hanno combattutoper Kiev, rilasciati anche grazie all’interessamento del principe saudita Mohammed bin Salman. I 10 – cinque cittadini britannici, due americani, un croato, un marocchino e uno svedese – sono stati portati infatti a Riad.

Lo scambio – come riportato dall’agenzia di stampa governativa turca Anadolu Agency – ha incluso anche 5 comandanti ucraini tra i quali figure di spicco del Battaglione Azov “per i quali abbiamo dovuto svolgere – ha detto Zelensky –  la trattativa più grande, più lunga, più difficile. Sono stati minacciati di morte. Cinque supereroi”. Tra loro, anche il luogotenente colonnello Denys Prokopenko.

“L’Ucraina ha concordato con la Turchia che i nostri cinque comandanti che verranno rilasciati dalla prigionia saranno in completa sicurezza, in condizioni confortevoli e sotto la protezione personale del presidente Erdogan fino alla fine della guerra. Ma forniremo l’opportunità alle loro famiglie di vederli“, ha affermato Zelensky.

Insomma, 215 prigionieri ucraini rilasciati, ma Erdogan – evidentemente su pressioni russe – ha tenuto per sé – in Turchia – 5 ufficiali ucraini di grande importanza mediatica “fino alla fine della guerra”, come ha dichiarato lo stesso Zelensky all’Anadolu Agency.

Altro fatto interessante di questo scambio è l’apparente basso profilo tenuto da Mosca. Ovviamente non ci sono commenti ufficiali, ma quello che pare di capire da una veloce analisi dei social russi e filorussi è che l’opinione pubblica abbia commentato negativamente lo scambio di prigionieri, soprattutto proprio perché ha coinvolto membri del Battaglione Azov, considerato dai russi come una forza militare nazista ucraina.