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Schiaffi di Conte e Lamorgese al M5S che si piega e dice SI a regolarizzare 600mila migranti, ma Bonafede è salvo


È arrivato intorno alla mezza notte di ieri il via libera alla bozza del decreto “Rilancio”: Di Maio e poi Crimi si piegano, anzi si spezzano e dicono “SI” alla regolarizzazione di 600mila migranti. Di fatto il prezzo da pagare per aver “salvato” il soldato Bonafede dalla sfiducia

Quando erano “quelli duri e puri” questi accordi li chiamavano inciuci, adesso sono diventati compromessi. È questa la metamorfosi del Movimento 5 Stelle entrato in parlamento per aprirlo come una scatoletta di tonno ed oggi divenuto esso stesso il “tonno”.

Le fonti di governo fanno sapere che intorno alla mezzanotte l’accordo politico è stato trovato e i pentastellati dopo avere detto NO, si sono piegati. Prima c’è stato un via vai di almeno 5-6 diverse bozze, tutte aspramente contestate e rimandate al mittente da Vito Crimi, poi alle 18 di ieri sera è arrivata l’ultima che ha chiuso lo scontro in atto tra 5Stelle e il resto del governo sulla sanatoria per gli immigrati irregolari che lavorano già in Italia come braccianti, colf e badanti.

Una vittoria del ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova, di Italia viva e del prefetto Luciana Lamorgese titolare del Viminale, che hanno imposto la loro linea umiliando un M5S, ormai succube del PD e di Conte.

Tutto avviene ieri pomeriggio alle 18 con l’arrivo di quella che sulla carta è la bozza n°5 del decreto, nella quale si legge che “la regolarizzazione riguarda tutti coloro che sono fotosegnalati prima dell’8 marzo 2020”. Un criterio molto ma molto di sinistra.

Poi la svolta alle 19 con una nota ufficiale del Viminale a firma del ministro Lamorgese: “Il testo concordato del provvedimento sull’emersione del lavoro in agricoltura e nel settore del lavoro domestico è pronto ed è il frutto della sintesi raggiunta domenica tra le forze di maggioranza e il governo per rispondere alle esigenze di sicurezza, anche sanitaria, e alle pressanti richieste del mondo produttivo e delle famiglie italiane”.

Si tratta di un testo identico a quello di domenica sera che prevede la possibilità per il datore di lavoro di regolarizzare un lavoratore dietro il pagamento forfettario all’Inps di un contributo di 400 euro. Solo qualche piccola concessione ai 5Stelle per giustificarne la capitolazione.

L’unica variazione che consente ai 5 Stelle di trovare un via fuga alla debacle è che adesso sono esclusi all’accesso alla sanatoria i datori che negli ultimi 5 anni, sono stati condannati, anche in via non definitiva, per reati quali caporalato, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, reclutamento di persone da destinare alla prostituzione.

Nella mediazione raggiunta per il SI alla sanatoria, è stato inserito che gli stranieri dovranno dimostrare – per mezzo di fotosegnalamento delle forze di polizia – di essere stati presenti in Italia prima dell’8 marzo. Restano esclusi dalla regolarizzazione i destinatari di provvedimenti di espulsione. Infine inserita la concessione di permessi di soggiorno temporanei di sei mesi per chi ha già lavorato in Italia ma ha il permesso scaduto.

Oggi il Cdm dunque varerà il decreto Rilancio con il quale si promettono 55 miliardi così divisi: 10 miliardi per le Cig, 4 per il taglio dell’Irap, 6 per le pmi, 2 per la messa a norma dei negozi.