“Non siamo preoccupati; manteniamo un dialogo meraviglioso con i nostri amici in Mongolia. Tra Mosca e Ulaan bator c’è un dialogo meraviglioso”
Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov rispondendo ai giornalisti sulla visita ufficiale in Mongolia, che il presidente russo Vladimir Putin ha in programma per il 3 settembre, anche il paese asiatico ha aderito allo Statuto di Roma. La domanda è relativa al mandato di arresto emesso il 17 marzo 2023, dalla Corte penale internazionale nei confronti di Putin e della commissaria presidenziale russa per i diritti dei bambini Maria Lvova-Belova con l’accusa di “deportazione illegale” di bambini ucraini.
La Mongolia dunque in teoria dovrebbe arrestare il presidente russo, ma come sottolineato da Dmitry Peskov, “Tutto a posto, Putin il 3 settembre va ha trovare gli amici” e il Cremlino non mostra alcuna preoccupazione per il viaggio in programma la prossima settimana. Il portavoce del Cremlino ha aggiunto che esiste “un dialogo eccellente con i nostri amici della Mongolia. Tutti gli aspetti della visita sono stati preparati con cura”, ha concluso Peskov.
Uno schiaffo simbolico ma molto forte da parte di Mosca, che con quest’atto dimostrerà l’inefficacia della Cpi e l’impotenza dell’Occidente. Dall’Ucraina arriva un appello disperato alla Mongolia ad arrestare il presidente della Russia: “L’Ucraina spera che il governo della Mongolia sia consapevole del fatto che Vladimir Putin è un criminale di guerra”, ha affermato il ministero degli Esteri di Kiev in una nota.
Ma le speranze del presidente Zelensky che Ulan Bator recepisca l’appello ucraino sono molto meno di zero. Putin sarà accolto con tutti gli onori che competono ad un capo di Stato e le immagini diffuse su tutto il pianeta.
Redazione Fatti & Avvenimenti