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Sciacca. Amministrative 2022: “Ricchi, ricchissimi, praticamente in mutande”


Una città che ha perso da anni l’entusiasmo ed il gusto per la buona politica, si accontenta delle briciole, del riciclo dei soliti, della noia della decadenza, senza riuscire ad esprimere mai una novità sostanziale

Se tutto va bene siamo rovinati. Sciacca è come una commedia degli anni ’80 senza Gloria Guida né la Fenech (e neppure Gegia se è per questo): un’accozzaglia di situazioni imbarazzanti portate avanti da soggetti involontariamente comici e grotteschi, maschere buone per tutte le stagioni, i ruoli e le situazioni.

Si badi bene, nulla da dire sulle persone, tutte equamente rispettabilissime e specchiate, ma la “ricchezza” di tali soggetti nel panorama politico saccense, con il loro peso specifico in consensi e capacità politica di ricoprire sempre e comunque un qualche ruolo, ha portato Sciacca ad essere lo “splendore” che è oggi: stantia, malconcia, discretamente anonima nel panorama regionale e nazionale, ma perché no, anche provinciale.

Insomma, siamo nel 2022, ma neppure una guerra smuoverebbe Sciacca – e non è un riferimento alla drammatica situazione ucraina – dal suo torpore: la novità è ancora incarnata dai giovani – che tra un po’ saranno nonni – di Mizzica, con dietro ancora personalità della Cgil e la sinistra dei tavoli tematici e dei tavolini di plastica sotto il sole per discutere per l’ennesima volta di cose già discusse mille volte, insomma inutile prendersi in giro, le potenzialità sono state ampiamente espresse nella “circa quasi” opposizione alla giunta Valenti.

Poi ci sono “Sciumi di lacrime” – Mario Turturici – e Nuccio Cusumano, tra veti incrociati – dati e ricevuti -, imbarazzi ovvi e doverosi, litigi almeno di facciata: personalità meravogliose che restano nel panorama saccense perché, banalmente ed evidentemente le “nuove leve” non hanno le loro capacità politiche.

E si è tentato il colpo gobbo, il nome nuovo che miscelando forze e idee che una volta dovevano essere agli antipodi si sarebbe riuniti sotto la guida illuminata di Carmelo Burgio, insomma: un nome nuovo per una città nuova, peccato sia naufragato, terribile dispiacere. 

Ma queste Amministrive Sciacca 2022 sono segnate in verità da un grande ritorno: Ignazio Messina torna come salvatore di una patria in rovina, dalle Terme al Carnevale non c’è nulla che non sistemerà. Dietro di lui alcuni compagni di un tempo, ma anche chi come Ambrosetti votò la sua sfiducia da sindaco, oltre a quelli che – pur essendosene pentiti amaramente – furono tra gli autori del successo elettorale della Valenti: Mandracchia, Settacasi, Bellanca. Inoltre Messina come una calamita ha raccolto attorno a sé anche Michele Ferrara e il gruppo saccense di Carmelo Pullara e altri ancora si prevede che arriveranno. Inutile non ammetterlo: molti nomi, molti voti, ma chi si ricorda il ’99 non può non chiedersi se Messina in questi 23 anni sia maturato o se una tana piena di volpi non sia fatalmente destinata a scannarsi a vicenda. Soprattutto perchè il Segretario Nazionale di IdV chiude ora le porte al PD di Sciacca, ma con Letta l’accordo l’ha già fatto… presto o tardi ne scopriremo i dettagli.

Dopo i citati c’è il marasma: il centrodestra frazionato con Di Paola che non sa se riprovarci o meno e valuta se non sia invece il turno di Salvatore Monte, che sarebbe stato un ottimo candidato, ma nelle scorse elezioni. Peccato non averlo capito. Ci sono i frammenti del Five Stars schizzati ai poli opposti: Mangiacavallo con Diventerà Bellissima e Curreri che poteva andare con Mizzica, ma anche no, ma adessi sì. Infine, ultimo, ma non ultimo il PD che deve decidere se può fare almeno una mezza figura o buttarsi su una candidatura di testimonianza (e martirio per il candidato): il fatto che da giorni si parli di Simone Di Paola – e che prima si fosse parlato della Mondino – fa pensare onestamente alla seconda, ma nel PD sanno sempre come racimolare voti, quindi…

Insomma: a Sciacca siamo ricchi, ricchissimi, praticamente in mutande. Una novità vera, un volto nuovo, un’idea sostanzialmente diversa, un contenuto capace di risollevare la città dall’oblio ancora non si è visto. E realisticamente non ci aspettiamo di essere stupiti da affetti speciali alla presentazione delle liste.