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Sciacca. Cinzia Deliberto si dimette dalla commissione Terme: un segnale, per chi vuole capirlo


Cinzia Deliberto, consigliere comunale di Maggioranza eletta nella lista Uniti per Sciacca – che fa capo all’assessore Mandracchia – ha rassegnato le dimissioni da componente e presidente della Commissione Consiliare Speciale sulle Terme; ruolo di presidente oltretutto, “appioppatole in contumacia” potremmo dire, essendo la Deliberto assente nella seduta in cui venne eletta, a notte inoltrata. Con lei vennero però nominati anche: il vicepresidente Calogero Bono, il segretario Carmela Santangelo ed i due componenti semplici Alberto Sabella e Teresa Bilello.

Bel nome comunque – Commissione Consiliare Speciale sulle Terme –, per una commissione che si è riunita tre volte dalla sua nascita – dicembre 2017 – e che non ha mai deliberato o deciso nulla. Certo, nelle intenzioni avrebbe dovuto vigilare ed occuparsi specificamente della vicenda Terme, agevolando così l’amministrazione. Ma come abbiamo potuto vedere in questi mesi, la vicenda Terme è fin troppo ingarbugliata tra un Armao non sempre chiarissimo, un Michele Catanzaro che nelle vesti di onorevole all’Ars ha smania di poter dire la sua, Matteo Mangiacavallo che dal canto suo sta all’opposizione e fa quel che può ed il sindaco Valenti che dopo essere stata bacchettata pubblicamente da Armao ed aver promesso più date sulle Terme, adesso ha imparato a dire soltanto “ce la metteremo tutta, speriamo di far tutto nel minor tempo possibile”.

 

Ma attenzione, la commissione Speciale sulle Terme è solo l’ennesima commissione inutile, nulla di troppo speciale in fondo. Non perchè la Deliberto non si sarebbe dimessa alla sola costatazione di questo fatto, ma probabilmente, ci azzardiamo ad ipotizzare, avrebbe ancora sopportato a denti stretti – magari nella speranza di un cambio di passo – per il bene di quella maggioranza che ha promesso di sostenere.

Sarebbe infatti ingenuo dare per scontato che queste dimissioni siano il solo frutto di una presa d’atto sulla singola commissione oggetivamente poco efficiente, e soprattutto per motivi politici più che tecnici. Queste dimissioni sono un campanello d’allarme, la misura è colma. Cinzia Deliberto non è nuova alla politica e non ha smanie personali o richieste politiche da farsi accogliere personalmente, evidentemente qualcosa non va. Se è arrivata al punto di mostrare pubblicamente lo scossone è perchè evidentemente qualcuno non la ha ascoltata a tempo debito.

Ma attenzione, la Deliberto non è la sola a mostrare i segni di una maggioranza non più tanto solida. Carmela Santangelo pronta ad andarsene è un altro esempio. Certo, si può dare la colpa alla sua vicinanza con Pullara, altri la danno anche alla presunta velleità non concessagli di diventare assessore, ma la verità è che c’è una maggioranza che funziona male ed in cui molti vanno in ordine sparso, eccetto un “certo gruppo di comando”. 

Ma un altro esempio lo troviamo con il buon Giuseppe Ambrogio che oggi è intervenuto a spada tratta in difesa della sua amata Perriera, dicendo che è lasciata al degrado ed all’incuria. Ed in parte ha ragione. Ma ricordiamo sommessamente che fa parte ad oggi a tutti gli effetti della maggioranza, fino a qualche mese fa scalpitava per diventare assessore, adesso però attacca la giunta pure lui. Vabbè che Ambrogio non è nuovo al “passaggio” dalla maggioranza all’opposizione – sarebbe da provare a farlo eleggere in opposizione e vedere se termina il mandato in maggioranza – però comunque anche il suo costituisce un segnale.

Che segnale? Di una maggioranza in cui “parlano” veramente in pochi, pochissimi. Una maggioranza in cui alcuni consiglieri sono stati avvisati del sopralluogo alle Terme da parte dell’ass.re Armao solo mezz’ora prima che avvenisse. Una maggioranza in cui alcuni consiglieri seppero dalla stampa della nomina ad assessore di Neri, ma del resto era l’inizio del mandato, ancora “si doveva prendere la mano”, si pensò. Ed invece oggi – dopo parecchi mesi – alcuni lamentano di non essere chiamati neppure agli incontri di maggioranza stessi.

In tutto questo non abbiamo tenuto conto delle anime di sinistra, che da lungo tempo poco stanno apprezzando – sia dentro il consiglio che fuori – l’operato di certa parte di giunta che sembra essere poco attenta alle fasce più deboli della popolazione.