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Sciacca. Fabrizio Di Paola torna in Forza Italia, Miccichè gli chiede scusa ma precisa: “Puntiamo al Comune”


Con il centro-destra sempre più stretto e sempre più a destra, Fabrizio Di Paola ha scelto di tenere un’immagine moderata e col suo gruppo è tornato dall’ormai quasi 83enne Berlusconi

E’ stato un ritorno ad una casa da cui se ne era andato sbattendo la porta. L’ex sindaco Fabrizio Di Paola ed il suo gruppo politico ieri ha pubblicamente aderito a Forza Italia alla presenza di amici e sostenitori. A ufficializzare il fatto, il presidente dell’Ars Gianfranco Micciché.

Miccichè che con i suoi modi molto diretti ha pubblicamente chiesto scusa a Di Paola per la “pugnalata” di ormai 18 anni fa, durante le Regionali del 24 giugno 2001, quando l’allora candidato Di Paola nella lista del partito di Berlusconi, da primo dei non eletti non arrivò all’Ars a causa della scelta della dirigenza di FI di eleggere Michele Cimino con l’elezione diretta e non tramite il listino di Gianfranco Miccichè, allora candidato presidente. Uno schiaffo ai 7219 voti di preferenza presi in quella occasione da Di Paola.

Ma la politica, soprattutto per un moderato, è testa e non pancia. E Gianfranco Micciché, da uomo navigato, ha accolto con gioia il riavvicinamento di Di Paola a cui le scuse erano dovute, anche se Micciché, con il suo stile, una precisazione ha tenuto a farla: “diciamo che in quella occasione io sono stato il killer, ma non il mandante”, ha edulcorato il Presidente dell’Ars.

Superato questo momento, l’attenzione si è focalizzata sulle elezioni europee e sulla questione Lega. Come noto infatti Gianfranco Miccichè non vuole alcun accordo con la Lega sovranista, a differenza del ligure Giovanni Toti, che vede invece in Matteo Salvini e nel suo partito un possibile alleato importante, ammesso la Lega posa ricambiare tale sentimento, ovviamente. Per questo le europee per il partito di Berlusconi in Sicilia hanno una doppia importanza in quanto serviranno a far valere le ragioni di Micciché nel confronto post elezioni con Berlusconi e Toti.

Durante l’incontro Micciché ha anche chiarito come questo sia un momento rifondativo per FI e che quindi l’obiettivo è quello di riuscire a mettere più “bandierine” possibili, ovvero proporre candidature locali valide per ripartire dai territori, anche attraverso le elezioni comunali. In questo senso, certamente è estremamente prematuro parlarne, ma una ricandatura di Di Paola con tanto di lista forzista non è detto sia impensabile.

Fabrizio Di Paola dal canto suo ha motivato il rientro in FI come il giusto contenitore per una politica di centro-destra, moderata, dai toni non sovranisti e soprattutto diametralmente opposta al M5S ed alla sua politica economica ed amministrativa. Al tavolo con lui il “delfino” Salvatore Monte e gli amici Ignazio Bivona e Michelangelo Graffeo, oltre a Nicola Testone e Gianfranco Micciché.

Rispetto a questa visione “moderata”, importante anche il pensiero di Monte, che chiudendo a qualsiasi ipotesi di larghe intese con la giunta Valenti ha però tenuto a sottolineare come la politica d’opposizione in consiglio comunale non deve limitarsi ad attaccare l’amministrazione, ma deve anche proporre soluzioni. Sicuramente una posizione calcolata per voler prendere una certa distanza dallo stile di altri membri dell’opposizione di Centro-Destra in consiglio, ed il pensiero evidentemente corre ai due consiglieri che forse più di tutti apparivano vicini a Monte, ovvero Bono e Milioti.