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Sciacca. Il vespone sul tappetone di D&G: inciviltà o “lotta di classe”?


Gli amici dell’amministrazione Valenti invocano telecamere, sanzioni e accusano d’inciviltà, altri ridono sotto i baffi sussurrando “ancora poco è”: Sciacca mai come in questo periodo è divisa, socio-culturalmente, prima che politicamente

Il casus belli sognato da tutti in gran segreto è finalmente arrivato: un “vespone” – l’iconico scooter Piaggio – è passato con noncuranza sul tappetone di D&G in piazza duomo.  In realtà pare che scene simili si fossero registrate già più volte, ma nessun “reporter d’assalto” era riuscito a scattare una foto.

Ad ogni modo, apriti cielo: “Incivile, marrano!”; “Va multato, anzi va arrestato!”; “Ci vogliono le telecamere!”; “Saccensi incivili!” Questi sono solo alcuni dei commenti che si possono leggere in queste ore sui social e anche sulla stampa locale. Ma non proprio tutti a Sciacca sono dello stesso avviso: c’è chi sta godendo, ci sta facendo addirittura fotomontaggi ironici e si sta facendo grasse risate.

Ma partiamo da una premessa: piazza duomo è isola pedonale, questo significa che il signore in foto andrebbe multato per quello che ha fatto, senza sé e senza ma, tappetone di D&G o meno. Il punto di questa vicenda però, a giudicare dai commenti di ieri e di oggi sui social da parte dei saccensi, è che non si può derubricare tutto a sola inciviltà.

Infatti, anche se nel caso de quo il centauro avesse guidato sui preziosi tappeti solo per noncuranza – per mera “inciviltà”, come suggeriscono i commenti di sdegno – non cambierebbe comunque la composizione dell’humus sociale all’interno del quale questa notizia sta avendo eco.

La popolazione già con le polemiche dei giorni scorsi – e su cui ieri abbiamo pubblicato una riflessione personale – ha dimostrato in modo inequivocabile una divisione nettissima, apparentemente politica, in realtà sociale e culturale.

Per farla breve, i sostenitori dell’Amministrazione Valenti hanno spesso commentato contro l’inciviltà dei saccensi, esaltando, veramente fino alla nausea, la bellezza dell’idea di collocare i tappeti di D&G per valorizzare la città. Un atteggiamento in verità non troppo dissimile da quello dello stesso sindaco che invece di ammettere proprie carenze, ad esempio sul tema rifiuti, parla di oscuri piani criminali per gettare rifiuti in strada o alla meglio, addossa comunque tutta la colpa a chi si stufa di tenersi l’umido in casa per giorni. 

Dall’altro lato invece, c’è chi questa amministrazione proprio non la sopporta, a torto o ragione. E allora si leggono i più disparati commenti, alcuni del tenore: “Spero che i cani espletino i propri bisogni sul tappeto”.

Ma analizzando meglio la mole di commenti sui social, si può scoprire che anche questa dicotomia in realtà non è corretta. Ci sono accesi oppositori dell’amministrazione, che per questi benedetti tappeti si immolerebbero e lanciano pubblici appelli affinché la cittadinanza ne abbia cura. Ma se le cose stanno così, chi è che odia questi poveri tappeti e quello che rappresentano?

Qui si scorge la chiave di volta, qui sta il vero nucleo dietro tutte le polemiche di questi giorni su questi “manufatti d’arredo in tessuto”, come li definisce correttamente la Treccani. Qui, sta la “lotta di classe” impropriamente citata nel titolo.

La gente comune che non sopporta questa amministrazione. Ovviamente non parliamo di tutta “la gente comune” di Sciacca, ma solo di quella che guarda a questa amministrazione come un ammasso di poltronari politici, colpevole – a ragione o torto – di una città che annega tra i rifiuti, le cui strade sembrano la green line di Beirut dopo i bombardamenti israeliani dell’82, ma con molti più randagi, dove persino gli spettacoli estivi sono per pochi, per i colti, per l’intellighenzia amica del Municipio, visto ormai come un palazzo lontano e ben distante dal popolo.

Ecco, se una vera colpa politica può essere data a questa amministrazione è proprio questa divisione socio-culturale che dopo tre, interminabili, anni di mandato ha devastato questa città. Sciacca è ormai divisa, molta gente si sente inascoltata e addirittura mal sopportata ed il risultato è che si potrebbero anche mettere le statue d’oro in piazza, qualcuno che ci sputerebbe sopra ci sarebbe comunque. Questa è la città che attende chi verrà dopo.