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Sciacca, la promozione del Pesce e l’Azzurro Food: “Una fiera come tante altre”


Sciacca. “Azzurro Food e il colore non va più”. È finita la quinta edizione dell’Azzuzzo Food, una manifestazione che sulla carta dovrebbe essere una promozione al pesce azzurro, magari saccense dato che si svolge a Sciacca, ma nei fatti, appare come una qualsiasi altra fiera paesana estiva, insomma, un’occasione mancata

L’evento che è sponsorizzato dall’assessorato alla Pesca della Regione Sicilia e da altri enti, ha, come si legge dalle varie pubblicità, l’obiettivo di promuovere il pesce azzurro, sia fresco che nelle varie lavorazioni, fino all’utilizzo in cucina. Ma nella realtà a questo aspetto gli organizzatori sembrano aver dedicato oggettivamente poco dello spazio espositivo e comunque del contenuto effettivo di “Azzurro”.

Ieri sera abbiamo fatto un giro all’Azzurro, inutile commentare affluenza o altro, ognuno vede i propri numeri. Tuttavia non ci ha sorpreso incontrare fruitori dell’Azzurro – erano circa le 22:45 – che a noi della stampa hanno chiesto: “Ma qui l’azzurro dov’è?”. Una domanda lapidaria e semplice.

Ed effettivamente, è “Azzurro” avere solo 6 gazebi – dal 24 al 29 – dedicati effettivamente al pesce azzurro – poiché appartenenti alla Regione Siciliana – a fronte di altri 6 gazebi di sola birra – e dedicati agli alcolici ve ne erano molti altri – e di 36 gazebi totali in piazza? I gazebi di Natale Giunta e i gazebi dove si serve dal polipo bollito al cous coous, alla frittura di pesce “al coppo”, non risolvono il problema, perché anche qui di “pesce azzurro” sembra essercene tutto sommato poco, la percentuale maggiore è comunque pesce vario ed il messaggio generale appare meno pregnante.

Da una manifestazione dedicata al pesce azzurro, a Sciacca , ci saremmo aspettati stand che valorizzassero soprattutto il pesce azzurro del nostro mare, con sgombro cucinato nei mille modi possibili, fritture di alici e sopratutto la spatola, arrostita, impanata, a forno e in tutte le mille varianti e ancora sarde e tanto altro. Ed invece al loro posto – con troppo, forse molto spazio – c’era il pescespada che bene o male fanno in qualsiasi ristorante, il fristo misto da street food, il tonno ed il polpo.

Il resto era occupato da espositori che nulla hanno a che fare con il pesce. Le prima citate birrerie per tutti i gusti e poi ancora vini, caramelle, cioccolati, dolciumi, brioche con gelato e così via, inseriti come “eccelenze siciliane”, poi c’erano i vari sponsor ed altre attività con comunque spazi espositivi funzionali come il gazebo della Aperol, Averna, SKY, Linkem, rivenditori di pannelli fotovoltaici – costruiti in Spagna e Grecia -, macchinette per il caffè con relative capsule e l’immancabile Folletto.  E meno male che la Regione ha preso per sé, degli stand dedicati alle aziende saccensi di produzione di alici in scatola, altrimenti – probabilmente – proprio chi doveva essere l’ospite privilegiato, sarebbe rimasto “clamorosamente” assente.

A fare da contorno alla piazza, i workshop ed i cooking show organizzati con la Regione presso l’atrio superiore del Comune e non negli spazi di Azzurro Food. Poi gli approfondimenti sul Corallo al complesso Fazello.

Cioè, non ci si fraintenda. Il punto non è che tutto ciò non sia bello, ma che per un visitatore che non fosse un saccense informato sul programma dell’evento, chi arrivava per caso – come un turista in visita a Sciacca per vacanze – in piazza Scandaliato durante l’Azzurro Food avrebbe avuto grossi problemi a distinguere l’evento da una comunissima fiera paesana con spettacoli, concerti, birra e venditori di Folletti.

Poi nel complesso la manifestazione può risultare anche godibilissima – benché vada ricordato che Gigi D’Agostino avrebbe riempito piazza Rossi sia con che senza Azzurro Food di contorno – , e non spetta a noi dirlo, ma se l’obiettivo era veramente mettere in risalto la gastronomia siciliana e saccense legata al pesce azzurro, è stata un’occasione mancata, ed è un peccato.