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Sciacca. Max risarcimento di 1,8 milioni a 29enne saccense per trasfusione infetta confermata dalla Cassazione


la Cassazione ha reso definitivo il diritto a un maxi-risarcimento di 1 milione e 800mila euro per un giovane 29enne di Sciacca

Il giovane nato a Sciacca, ma per problemi post parto, al momento della nascita fu trasferito all’ospedale “Ingrassia” di Palermo, dove gli fu eseguita una trasfusione di sangue. Poi a soli 7 anni, gli fu riscontrato il virus dell’epatite C, con relativi danni collaterali, quali la comparsa di una cirrosi epatica e a 17 anni anche un tumore al fegato.

I familiari del giovane, assistiti dagli avvocati Angelo Farruggia e Annalisa Russello del Foro di Agrigento, intrapresero una causa contro l’ospedale di Palermo e l’Assessorato alla Salute della Regione Sicilia, ritenuti responsabili di non avere adeguatamente controllato la qualità del sangue somministrato.

Una battaglia processuale lunga, passata per il Tribunale di primo grado, la Corte di appello di Palermo e ora chiusa definitivamente dalla Cassazione con sentenza del 22 gennaio 2019, che ha rigettato il ricorso dell’Assessorato Regionale e accogliendo il contro-ricorso degli avvocati Farruggia e Russello, ha assegnato alla famiglia del giovane un risarcimento di 1milione e 800mila euro, oltre ad altri 130mila euro, che sono l’indennizzo già ottenuto dal ministero alla Sanità e che in Appello era stato scomputato.