Il 20 aprile del 2015, con delibera del Commissario ad acta n° 16, fu adottato il nuovo Piano Regolatore di Sciacca Da quella stessa data sul territorio comunale di Sciacca entrarono in vigore le “misure di salvaguardia”.
In estrema sintesi, tutto ciò che è in contrasto col vecchio piano comprensoriale n° 6 e col nuovo Piano Regolatore è sospeso in attesa dell’approvazione del nuovo piano. Queste misure sono state pensate dal legislatore per evitare che in attesa delle lunghe procedure di approvazione si possa continuare a costruire col vecchio strumento urbanistico in difformità dal nuovo, evitando così di snaturare il nuovo strumento urbanistico.
Le misure di salvaguardia però non durano in eterno. Secondo la legge che le regola (L. 3 novembre 1952, n. 1902) hanno una durata di 3+2 anni, nello specifico di soli 3 anni dall’adozione del piano regolatore generale estesa di ulteriori 2 anni per i Comuni che entro un anno dalla scadenza del termine di pubblicazione del piano abbiano presentato il piano stesso all’amministrazione regionale competente.
Nel caso di Sciacca l’adozione è avvenuta esattamente 3 anni fa e, da quello che ci è dato sapere, il Piano con tutti i suoi allegati (osservazioni, parere VAS, deduzioni del progettista, etc.) non è stato ancora trasmesso al competente ufficio regionale, quindi non è stato trasmesso entro un anno dall’adozione agli uffici competenti.
Pertanto, se le informazioni in nostro possesso sono corrette, non è possibile applicare nel caso di Sciacca l’ulteriore termine di due anni per la proroga delle norme di salvaguardia. Aggiungiamo che non ci è pervenuta notizia alcuna di richieste di proroga. Se così fosse il nuovo piano regolatore avrebbe perso di ogni efficacia ed il vecchio piano comprensoriale n° 6 sarebbe già tornato pienamente operativo.
Data la complessità della vicenda e le imponenti ricadute sul territorio di Sciacca, chiediamo lumi all’Amministrazione comunale.
Redazione Fatti & Avvenimenti