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Sciacca, ospedale. “Personale già insufficiente dirottato al centro covid lascia sguarnito il resto del presidio”


Personale già insufficiente dirottato al centro covid lascia sguarnito il resto del presidio. È quanto scrivono in una nota il Coordinatore di Cittadinanzattiva Gero Maggio, la responsabile T.D.M. Calogera Piazza e la responsabile P.D.C. Rosa Castagno

La nota indirizzata all’Assessore alla Salute Razza, all’ ASP di Agrigento, al Commissario e al Direttore Sanitario Presidi Ospedalieri di Sciacca – Ribera, vuole mettere in evidenza la problematica, attualmente al centro del dibattito politico sociale della città e dell’interland, sulla sicurezza del presidio di Sciacca con l’istituzione del centro Covid, che ha generato sfiducia negli utenti, con il rischio di mettere in pericolo la salute della comunità che, timorosa di far riferimento per i motivi di salute al nosocomio saccense, preferisce non curarsi.

I tre segnalano “che tra diversi cittadini ricoverati in questi giorni al Giovanni Paolo II, ci sarebbero casi di disagi dovuti all’insufficienza di personale sanitario e parasanitario dedicato per i ricoveri ordinari. Pare che la dirigenza abbia dirottato personale, già insufficiente, al centro covid, lasciando sguarnite le U.O”.

Se queste notizie sono veritiere, – continuano Maggio, Piazza e Castagno – non abbiamo nessun timore a esprimere le nostre preoccupazioni poiché i servizi erogati dal nostro ospedale, nonostante l’alta qualità professionale dei sanitari, hanno avuto sempre una carenza di personale e che con questa decisione si aggraverebbe rendendo i sevizi di pessima qualità e poco affidabilità”.

Infine i tre chiedono “ un riscontro documentale che dimostri che tutto ciò non risponde alla realtà, che tutto il personale preesistente nei ricoveri ordinari sia rimasto al suo posto e che, al centro covid, si utilizzeranno nuove risorse umane”.

Nel pomeriggio di ieri su questa vicenda, in una video conferenza con la stampa, il Prof. Carmelo Sciumè ed il dott. Ignazio Lauro, in una sorta di difesa d’ufficio, hanno evidenziato i “vantaggi” dell’ospedale misto, riportando peraltro quanto a loro riferito dal commissario ad acta Alberto Firenze, che – forse – consapevole dei suo poco appeal su giornalisti e cittadini, ha affidato ai due i suoi concetti, già espressi e quindi già triti e ritriti.

Inoltre in maniera velata e tra le righe si è avuta l’impressione, ma a precisa domanda smentita da Sciumè, dell’accusa alla stampa di avere fomentato il dissenso in atto. La nostra redazione ci tiene a precisare che almeno per quanto ci riguarda, abbiamo solo riportato il pensiero di politici, associazioni e cittadini, assolvendo di fatto al nostro compito che è quello di dare voce a tutti.

Infatti, se oggi anche la CISL locale si è unita al coro di dissenso, la colpa non è certo della stampa:

“Nel piano di intervento ospedaliero nell’ambito della emergenza Covid-19 è stata prevista la realizzazione a Sciacca di un’area Covid 19”.

Scrive in una nota Raimondo Bruccoleri responsabile Cisl per Sciacca, che poi continua: Il Ministero della Salute, con circolare n. 7865 del 25 marzo 2020, dispone, anche per le Regioni a Statuto speciale, che è necessario identificare prioritariamente strutture/stabilimenti dedicati alla gestione esclusiva del paziente affetto da COVID-19, tenuto conto che le attività precipue sono legate alle malattie infettive, assistenza respiratoria e terapia intensiva.

Le strutture dedicate al trattamento dei pazienti COVID-19 è prevista al fine di evitare PERICOLOSE INFEZIONI NOSOCOMIALI per il personale della struttura ed i pazienti non COVID-19, infezioni possibili ove i pazienti COVID-19 non siano allocati in strutture e stabilimenti alternativi. Dunque, l’indicazione di principio è che i pazienti COVID-19 debbano essere ricoverati in strutture sanitarie dedicate esclusivamente alla gestione dell’epidemia.

Per la provincia di Ag il piano prevede n .75 posti di degenza ordinaria di pazienti COVID-19 nel Presidio Ospedaliero di Sciacca trasformandolo di fatto in un COVID Hospital.

Di conseguenza il reparto di medicina è stato trasferito alla Casa di Cura Sant’Anna di Agrigento per cui i cittadini della parte occidentale della provincia si dovrebbero recare a più di 100 km di distanza per eventuali ricoveri.

Il Centro Covid, inoltre, mette in pericolo di contagio altri importanti reparti come l’emodinamica, l’ortopedia, la chirurgia, la pediatria, la nefrologia con l’emodialisi, la rianimazione, la psichiatria, la stessa Maugeri, etc., trovandosi nella stessa struttura”.