Sciacca, randagismo e fake news. Ecco tutta la verità dietro i bandi per il Canile Comunale, parla l’arch. Misuraca


Il dirigente comunale ai nostri microfoni ha spiegato la verità dietro alle chiacchiere circa presunti bandi per aprire canili comunali e proposte poco complete o per nulla convenienti delle associazioni che si sono presentate

Sciacca continua ad essere bersaglio delle polemiche sui social, ma anche di articoli di stampa nazionale “poco accorti”. O meglio, alcune dichiarazioni in essi contenuti, sembrano proprio esserlo.

Ieri infatti, è stato segnalato alla nostra Redazione un articolo comparso su Il SecoloXIX dal titolo: “Lo sconforto degli abitanti di Sciacca: I cani randagi ci attaccano ogni giorno”, dove si parla della situazione che si vivrebbe a Sciacca circa i cani randagi e l’emergenza creata. Nell’articolo si citano diversi saccensi che hanno rilasciato alcune dichiarazioni, ma una su tutte ha spiccato.

Da quanto riportato nell’articolo, citiamo testualmente: “L’anno scorso l’associazione Anta era pronta a realizzare un canile del Comune con un privato che ci metteva i soldi. «Hanno fatto il bando e hanno sbagliato tutto dal punto di vista amministrativo – commenta Annamaria Friscia, rappresentante della sezione di Sciacca – adesso vogliono rifarlo ma non ho alcuna fiducia. Intanto il Comune continua a spendere 350 mila euro l’anno per le tre strutture private».”

Parole pesanti, parole gravi. A questo punto quindi, prendendo “per buono” quanto riportato dalla testata nazionale, abbiamo voluto chiedere al dirigente del Comune responsabile del settore, se quanto riportato corrispondesse a verità.

Nell’intervista in video sopra riportata, il dirigente, l’architetto Aldo Misuraca, ha spiegato come i fatti non fossero esattamente quelli riportati. Infatti nessun bando per costruire un canile è stato emesso, si trattava solo di una “manifestazione d’interesse”, per sondare il terreno e capire se ci fosse l’interesse, la volontà e la capacità da parte di soggetti interessati nel territorio a costruire un’opera simile.

A questo avviso pubblico di manifestazione d’interesse, due proposte sono state presentate: una che aveva una buona idea, ma era carente in documentazione; l’altra invece presentava abbastanza documentazione, ma dopo diversi incontri con gli uffici aveva fatto avanzare la richiesta che il comune dovesse poi sborsare la cifra di 2,70 euro a cane al giorno. Cifra che non farebbe risparmiare minimamente il Comune neppure di un solo centesimo, vanificando l’interesse quindi nel realizzare un’opera che sfrutterebbe anche un terreno di proprietà comunale.