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Sciacca, Sfiducia. Opposizione: “Presidente Montalbano ha violato regolamento consiliare, Valenti fa populismo”


Come avevamo anticipato ieri, la decisione del Presidente del consiglio Montalbano di non dare la parola al consigliere Bono non è andata proprio giù alle opposizioni che oggi parlano di comportamento illegittimo, arbitrario ed antidemocratico e mentre valutano di interessare gli organi competenti in ogni sede, chiedono un’immediata convocazione della conferenza dei capigruppo 

“Denunciamo pubblicamente che la seduta del Consiglio Comunale di ieri sera è stata caratterizzata da gravissime violazioni del regolamento consiliare da parte del Presidente Pasquale Montalbano” a dirlo sono i consiglieri di opposizione di Centro-Destra e l’indipendente Cinzia Deliberto.

“E ciò al culmine di altri comportamenti, posti in essere nell’esercizio della funzione, tutti finalizzati a non consentire che un atto di siffatto rilievo politico – amministrativo, come la mozione di sfiducia, venisse discussa e trattata dal plenum del Consiglio.

Com’è infatti già noto, il Presidente, senza tenere conto del parere della Conferenza dei Capigruppo, aveva deciso, d’intesa esclusivamente con il Sindaco e ciò che resta della sua maggioranza, di fissare la trattazione del punto in giornate nelle quali era già stato rilevato che vi sarebbero state delle assenze giustificate da parte di alcuni consiglieri.

Ma ieri sera il Presidente ha superato se stesso impedendo ad un Consigliere Comunale di prendere la parola sull’ordine dei lavori in spregio agli articoli 68 e 82 del regolamento e comunque delle comuni norme di riferimento che presiedono allo svolgimento delle sedute consiliari negli Enti Locali.

A fronte di tale illegittimo, arbitrario ed antidemocratico comportamento, ai Consiglieri non è rimasto altro che abbandonare la seduta, non essendo stati messi nelle condizioni di espletare il proprio ruolo.

Per chiarezza l’intervento del Consigliere Bono, che aveva chiesto la parola, puntava a proporre al Consiglio il rinvio della seduta proprio a causa delle già comunicate assenze di alcuni consiglieri.

Su tale proposta poi il Consiglio, come previsto dal regolamento, avrebbe dovuto esprimersi. E ciò, Lo si ribadisce, è stato impedito.

A nulla vale il richiamo alla norma che disciplina lo svolgimento delle sedute in cui deve trattarsi la mozione di sfiducia che evidentemente attiene al momento nel quale il punto viene trattato.

Ma il regolamento bisogna saperlo leggere integralmente, in quanto è consentito in ogni momento ed a maggior ragione prima dell’apertura del punto, di proporre la modifica dell’ordine della trattazione degli argomenti (art. 68), ovvero una mozione d’ordine (art. 82), questioni pregiudiziali o sospensive (art. 84), queste ultime finalizzate proprio al rinvio del punto, su cui a maggioranza si pronuncia il Consiglio Comunale.

Dunque la seduta non è andata deserta, non essendo neppure iniziata per quanto sopra osservato.

Quanto alla posizione assunta dal Sindaco, circa la prospettata decadenza della mozione, sulla base di un datato parere del 2004, da parte del Ministero dell’Interno, Dipartimento Autonomie Locali, a prescindere dalla sua applicabilità o meno nella Regione Siciliana, dove in materia elettorale vige una competenza esclusiva, ciò non sposterebbe di una virgola il problema, atteso che, nel medesimo parere, viene affermata la possibilità di una sua riproposizione.

Sorprende poi  l’intervista resa a caldo ieri sera dove viene adombrato il concetto secondo cui un Sindaco eletto dal popolo non può essere sfiduciato dal Consiglio, come se anche i Consiglieri non fossero stati eletti dal popolo, non ci fosse uno stretto collegamento tra consiglieri eletti in maggioranza e Sindaco e la mozione non fosse disciplinata da una esplicita norma di legge.

E non si rispolveri la solita populistica argomentazione dei problemi della città, perché sono proprio questi e l’incapacità di saperli affrontare e risolvere da parte del Sindaco e dell’amministrazione che hanno spinto i firmatari della mozione.

Infine è nostra intenzione valutare di interessare gli organi competenti in ogni sede e compiere ogni opportuna iniziativa, per i gravissimi fatti accaduti.

In ogni caso, alla luce di quanto rappresentato, riteniamo che il Presidente non rappresenti più il Consiglio Comunale, non essendosi ispirato a criteri di imparzialità, così come dispone l’art. 20 del regolamento.

Nelle more comunque lo invitiamo alla immediata convocazione della conferenza dei capigruppo”.