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Sciacca. Visite all’aperto a pazienti Centro Alzheimer, ASP: “Responsabilità individuali, ambulatorio c’è”

Il Commissario Straordinario Mario Zappia esprime “profonda indignazione” e parla di “responsabilità individuali che saranno accertate”

Visite ai malati di Alzheimer all’aperto, sul marciapiede delle strade interne al complesso sanitario, questa mattina al Giovanni Paolo II di Sciacca. Il fatto sarebbe accaduto a causa della presunta “mancanza” di un ambulatorio per il Centro diurno Alzheimer, cosa che l’ASP nega fermamente ed annuncia che “saranno accertate responsabilità”.

“La direzione strategica dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento – afferma il commissario straordinario, Mario Zappia – intende esprimere profonda indignazione per la situazione grave ed incresciosa creatasi questa mattina presso il presidio ospedaliero ‘Giovanni Paolo II’ quando alcuni pazienti del Centro Diurno Alzheimer sono stati visitati in un’area esterna del nosocomio.

Questa inaccettabile condizione è da imputare a responsabilità individuali che saranno accertate ed alla ingiustificata riluttanza dimostrata da alcuni nel voler trasferire l’ambulatorio presso nuovi locali già individuati all’interno del presidio ospedaliero.

Com’è noto, i locali precedentemente occupati dal Centro diurno Alzheimer, siti al piano terra dell’edificio 2 della struttura, sono stati concessi in comodato d’uso gratuito il Centro Medico Legale INPS di Sciacca per evitare disagi alla cittadinanza dell’intero comprensorio di Sciacca che, in mancanza della disponibilità offerta dall’ASP, sarebbe stata costretta a recarsi frequentemente ad Agrigento per fruire delle prestazioni erogate dal Centro Medico Legale INPS.

In una logica di rimodulazione degli spazi e senza arrecare pregiudizio alla fragile utenza del Centro diurno Alzheimer, è stato disposto il semplice trasferimento dell’ambulatorio al piano superiore dello stesso stabile. Pertanto non si comprendono e non si considerano ammissibili i motivi della scelta inopportuna, oltreché incauta, di visitare i pazienti all’aperto”