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Sesta notte con pioggia di missili e droni su Kiev: obiettivo dei russi e fare esaurire le scorte alla contrarea ucraina

Sesto giorno consecutivo di attacchi alla capitale ucraina da parte della Russia che avrebbe impiegato 30 droni e 15 missili da crociera, costringendo la contraerea a sparare un numero altissimo di costosissimi missili Patriot per abbatterli


A confermare l’attacco di questa notte su Kiev, sono state le forze armate ucraine riferendo che i russi hanno sparato 15 missili da crociera e 30 droni Shared, specificando che tutti i droni sono stati abbattuti dalla difesa aerea della città, ma nessuna menzione sui missili che probabilmente sono andati a segno. A riferirlo via Fb il General Staff delle forze armate ucraine.

La strategia militare di Mosca appare chiara, gli attacchi iniziano con i droni che hanno un costo di poche migliaia di dollari ognuno, e la contraerea ucraina per difendersi è costretta a sparare con i missili Patriot che costano tra 1 e 3 milioni di dollari al pezzo a seconda della variante e per abbattere un drone spesso ci vogliono più di un missile. Dopo l’ondata dei droni arrivano i missili, che sia per la difficoltà di ricaricare velocemente i lanciatori di Patriot, sia perché le scorte si esauriscono, quasi sempre vanno a bersaglio. Mosca dunque punta ad una guerra di logoramento sia di armi ma anche economica.

L’attacco di questa notte è iniziato alle 3.15 locali, come riferisce il sindaco di Kiev Vitalii Klitschko, confermando che ci sono state nuove esplosioni a Kiev, che non possono essere state causate da detriti di droni, ammettendo quindi che i missili sono andati a bersaglio. Secondo media locali, la Kiev City Military Administration sempre via Telegram ha confermato che le difese aeree cittadine sono operative e ha invitato i residenti ad andare nei rifugi. Esplosioni sarebbero state udite anche a Cherkassy. L’allarme antiaereo è stato scattato in tutto il territorio ucraino.

Ma oltre al bombardamento divenuto giornaliero, i russi pare abbiano preso le “misure” alla controffensiva ucraina a Belgorod, e ieri, il ministero della Difesa di Mosca, ha comunicato che in un attacco, utilizzando aviazione e artiglieria, sono stati uccisi 50 militari ucraini, oltre alla distruzione di mezzi e armi, che hanno cercato con tre tentativi, tutti respinti, di penetrare nella regione.

Ma proprio su Belgorod, che è la zona di confine tra Ucraina e Russia divenuta il fronte della controffensiva di Kiev, Mosca ha preso provvedimenti rafforzando le difese sia con armi che con uomini. Ma ciò che potrebbe davvero mutare lo scenario è Yevgeny Prigozhin, capo dei soldati della Wagner che avendo terminato l’operazione Bakhmut, ha annunciato che la nuova missione potrebbe essere quella di “difendere il territorio russo” e quindi spostare i suoi militari a Belgorod. Se ciò accedesse, non è difficile prevedere che il confine all’interno dell’Ucraina potrebbe trasformarsi nell’attuale Bakhmut.