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Si aggrava la situazione in Emilia Romagna: 9 i morti oltre 10mila sfollati, 23 fiumi esondati e oltre 1200 i volontari

Il maltempo che si è abbattuto sull’Emilia Romagna, al momento ha fatto registrare un triste bilancio: 9 morti, tantissimi dispersi e 10mila sfollati, 23 fiumi esondati, 400 strade interrotte e c’è ancora l’allerta rossa

Il governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini spiega l’accaduto con poche parole: “In 4 giorni è caduta la pioggia di un anno”. Il maltempo ha messo in ginocchi la regione e cosa ancora più grave resta l’allerta rossa che inevitabilmente rallenta la macchina dei soccorsi.

Il bilancio del tutto provvisorio è di 9 morti, sette di queste vittime sono tutte della provincia di Forlì-Cesena, per l’esattezza tre a Cesena, una signora ritrovata sulla spiaggia di Cesenatico e un uomo e una coppia travolta dall’acqua in macchina. Le altre due vittime sono un uomo nel Ravennate e uno del Bolognese. Oltre alle vittime ci sono un numero enorme di dispersi e si spera che la gente che non si trova si sia messa in salvo al momento non riesce a mettersi in contatto con i familiari. Le persone evacuate dalle proprie case sono oltre 10.000, la maggior parte delle quali tra le province di Bologna, Forlì Cesena e Ravenna.

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I fiumi e corsi d’acqua esondati, sono saliti a 23: Idice, Quaderna, Sillaro, Santerno, Senio, Lamone, Marzeno, Montone, Savio, Pisciatello, Lavino, Gaiana, Ronco, Sintria, Bevano, Zena, Rabbi, Voltre, Bidente, Ravone, Rio Cozzi, Rigossa, Savena. Altri 13 i corsi d’acqua con superamenti del livello 3 (allarme) della soglia idrometrica in alcune stazioni di rilevamento: Marecchia, Ausa, Uso, Rubicone, Idice, Santerno, Quaderna, Panaro, Samoggia, Ghironda, Lavino, Navile, Fiumi Uniti. Mentre sono oltre 400 le strade comunali, provinciali e statali interrotte.

I soccorsritori lavorano ininterrottamente per mettere al sicuro chi si trova nelle abitazioni a rischio nelle zone colpite dal maltempo. Il Comando operativo di vertice interforze (Covi) ha attivato 5 elicotteri, 9 gommoni e 6 lagunari, oltre a 12 unità operative per il controllo degli argini, un aeromobile a pilotaggio remoto pronto per il monitoraggio, 7 battelli gonfiabili. E da ieri sera sono all’opera anche 26 uomini e sei gommoni dalla Brigata San Marco. Impegnati circa 600 vigili del fuoco, di cui 300 arrivati da fuori regione, che hanno finora garantito oltre 430 interventi con l’impiego di 200 mezzi e 3 elicotteri.

In volo, riferisce una nota della regione Emilia Romagna, anche l’elicottero del 118 di Ravenna per l’evacuazione di persone fragili. La Capitaneria di Porto nazionale ha messo a disposizione 3 elicotteri, un aereo, 2 battelli e, in arrivo a Ravenna, 12 subacquei. I Carabinieri rafforzeranno il presidio sul territorio grazie a squadre antisciacallaggio e metteranno a disposizione 2 elicotteri, così come farà la Guardia di Finanza.

Notevole anche l’apporto data dagli oltre 1200 volontari, 700 dei quali provenienti dai coordinamenti di tutte le province della Regione ed altri 370 appartengono alle colonne mobili delle Regioni Toscana, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia-Giulia, Piemonte, Umbria, Lazio e delle Provincie Autonome di Trento e Bolzano e 139 quelli appartenenti a 14 associazioni nazionali di protezione civile.

Per il presidente della regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini: “Poteva essere un bilancio ben peggiore speriamo si fermi lì. Se non avessimo lanciato l’allerta meteo il giorno prima chiudendo scuole, invitando la gente a non spostarsi… perché l’allarme c’era, ma è stato ben più drammatico” del previsto. “In 36 ore – ha aggiunto Bonaccini – è caduta l’acqua di sei mesi. Il 2 e 3 maggio scorsi era caduta l’acqua di tre quattro mesi, riassumendo in 4 giorni è caduta quella di un anno. Una catastrofe e il terreno non riesce ad assorbire tanta acqua. Dispersi non sappiamo se ve ne sono: mancano luce, acqua, i telefoni non funzionano. Stiamo facendo tutto il possibile perché è nostro dovere”.