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Sicilia. 52miliardi di tasse non pagate da Comuni e petrolieri, ma pignorano i pensionati per 100 euro


A denunciare lo scandalo è lo stesso Antonio Fiumefreddo, amministratore di Riscossione Sicilia, le tasse non pagate in Sicilia ammontano a 52 miliardi di euro, una cifra spaventosa, che riporterebbe in attivo i conti regionali.

“Tutti gli appalti in Sicilia sono irregolari – dichiara Fiumefreddo alla Commissione parlamentare Antimafia presieduta da Rosy Bindi – negli ultimi 10 anni nell’isola non sono stati riscossi 52 miliardi di euro, persino i deputati regionali sono debitori per milioni; un cinquantenne, messo a capo di un costituendo Ufficio grandi evasori, nel 2015 si è suicidato e le piattaforme petrolifere che operano in Sicilia hanno negato l’accesso all’ufficio Riscossione che, fino a qualche tempo fa, non ha mai chiesto loro di pagare il dovuto”.

Ora nessuno vuole fare illazioni su questo”suicidio”, ma sicuramente qualche riflessione la apre. Ed intanto, mentre, Comuni, petrolieri, grandi aziende e politici, non pagano le tasse e rimangono impuniti, Riscossione Sicilia, si accanisce con pensionati e disoccupati, a cui pignora case, conti correnti e blocca le auto: “Forte con i deboli e debole con i forti”.

Le cifre di questo buco sono impressionanti: “all’atto del suo insediamento Riscossione Sicilia – dice Fiumefreddo – si sarebbero dovuti incassare 5 miliardi e 700 milioni l’anno, invece si riusciva ad incassare solo 480 milioni ovvero l’8%. Quella percentuale oggi è salita al 14% , ma siamo lontanissimi da quella che dovrebbe essere la raccolta vera”.

Per capire cosa è successo, basta pensare che negli ultimi 10 anni,la somma non riscossa è 52 miliardi di euro. Di questi oggi, solo 22 miliardi sono ancora non prescritti e quello che fa più rabbia, è che i maggiori debitori sono i Comuni, tra cui Catania con 19 milioni, Messina, Siracusa e Palermo. Poi ci sono i grandi evasori, aziende di ortofrutta, onoranze funebri, appalti, carni, tutti settori tradizionalmente “cari” a Cosa Nostra,a cui pare sia “difficile” persino notificare la cartella di pagamento.

Ma il “clou” degli evasori, sono le piattaforme di estrazione petrolifere, che stanno distruggendo le nostre coste – Fiumefreddo dice – che quando sono andati per controllare se avessero versato le tasse, hanno risposto che nessuno aveva mai chiesto loro di pagare e quando è stato chiesto l’elenco delle piattaforme, hanno risposto che non c’è. E dal giorno dopo, non hanno consentito agli ufficiali esattoriali di entrare nelle piattaforme petrolifere.

Dare la colpa di questa realtà a Crocetta, sarebbe riduttivo, Fiumefreddo, fa un rapporto sugli ultimi 10 anni, ma è chiaro ed evidente, che questa “prassi” ormai consolidata, ha radici molto più vecchie.