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Sicilia, Cateno De Luca contro Musumeci: “Un miliardo di fondi regionali non spesi, occuperò i palazzi della politica”


“Fondi extra-bilancio per un miliardo di euro ancora non spesi e non programmati dalla legge di stabilità in discussione presso l’Assemblea regionale siciliana”

È quanto afferma il Sindaco di Messina Cateno de Luca che annuncia di essere “pronto ad occupare i palazzi della politica per evitare che la Sicilia subisca questa ennesima “ruberia tentata prima dal precedente governo nazionale a cinque stelle ed ora riproposta dalla giunta Musumeci”.

De Luca chiede che i 404,5 milioni, recentemente sbloccati dopo una sentenza della Corte Costituzionale, vengano utilizzati per lo scopo originario di rilancio della Sicilia previsto dalla finanziaria 2018, e non per l’emergenza Covid 19 nei confronti della quale sarebbe possibile utilizzare un miliardo di fondi extra-bilancio che il Governo Musumeci non ha ancora utilizzato.

“Tali fondi adesso sbloccati, sono stati stornati dalla Giunta Musumeci, nell’attuale discussione della legge finanziaria, per fronteggiare l’emergenza da Covid-19, nonostante ci sia oltre i miliardo di euro di fondi extra bilancio ancora non spesi e non programmati dalla legge di stabilità in discussione” sostiene De Luca che aggiunge “non è vero che questi soldi sono l’unica ancora di salvezza per tamponare l’emergenza da Covid-19. Per questo ci sono altre risorse, e avrò modo di dimostrarlo”.

Il Sindaco di Messina, poi, spiega l’origine dei suddetti fondi “è da due anni che esistono 404,5 milioni di euro di fondi extra bilancio da me individuati e adesso sbloccati”, De Luca si riferisce al 2018 quando era parlamentare regionale e componente della Commissione bilancio, “presentai migliaia di emendamenti, dopo aver studiato tutte le carte e tutti i capitoli del bilancio feci un’amara scoperta: miliardi di euro non spesi chiusi nei cassetti” e specifica che si trattava di “somme afferenti i cosiddetti fondi extra bilancio. In quell’occasione individuai circa 1,8 miliardi di un filone che riguardava una di queste dotazioni finanziarie, il cosiddetto Programma operativo complementare (POC), suddiviso in n assi strategici che toccano diversi finalità: formazione, infrastrutture, ambiente, turismo, beni culturali ed altro”.

Cateno de Luca va oltre e racconta che “il bilancio regionale è scassato ed in quella legge di stabilità ho aperto tale cassetto celato per prelevare 404,5 milioni da inserire nella legge finanziaria 2018. Come li ho prelevati? formalizzando in Commissione bilancio una serie di emendamenti, con l’accordo di altri deputati, in un grande articolo omnibus, il 99, entrato a far parte della finanziaria di quell’anno, definito sotto il nome di Interventi nell’ambito della programmazione regionale unitaria. Con tale articolo 99, che ripeto valeva 404,5 milioni, erano previsti a una serie di interventi specifici valevoli su tutto il tessuto siciliano, anche messinese. Le somme erano così articolate:258 milioni per il Poc; 144,5 milioni Fsc; i milione Po Fesr; i milione Po Feap”.

“Tale articolo fu avversato sin dagli albori”, continua il Primo cittadino, “in modo particolare dal M5S e nella fattispecie dall’allora capogruppo Valentina Zafarana, deputata messinese che per gelosie locali ha condotto una guerra nei miei confronti. Non le importava nulla che parte di tali somme, quasi 100 milioni, fosse destinata a Messina come compensazione per ciò che negli anni le era stato rubato. Questa è storia: il Governo a trazione cinquestelle, a luglio del 2018, ha impugnato l’articolo 99, su input dei grillini siciliani. Su questo non c’è dubbio.

A distanza di 2 anni dal pronunciamento e per i quali 404,5 milioni sono stati congelati per mera gelosia, solo per la caccia all’uomo, la Corte dice che in tale articolo non c’era nulla da impugnare, non è stato ravvisato nulla che meritasse l’ostruzionismo da parte sia di deputati regionali che del governo nazionale. A causa di una schifosa azione portata avanti dal delirio dei cinquestelle siciliani, il primo Governo Conte, ha leso così il principio di leale cooperazione istituzionale”.

“Hanno dovuto ingoiare un boccone amaro”, sostiene De Luca, anche se “resta terribile l’amarezza che per quasi due anni queste somme siano rimaste ferme, mentre potevano godere di miglior sorte, specie per Messina, alla quale di questi erano destinati 100 milioni”, continua il Sindaco, “non contenti, ora che si è diffusa la notizia che la Corte costituzionale ha dato ragione a De Luca o meglio al buon senso per la Sicilia, cosa è successo? Nel momento in cui la sentenza è depositata, l’attuale Governo Musumeci che immediatamente avrebbe dovuto far valere i diritti dei siciliani a Roma, perché si tratta di fondi scippati al territorio, cosa fa?

Il 10 aprile scorso approva la legge di stabilità, in cui all’art. 5 si specifica che la Regione è autorizzata all’utilizzo dei fondi extra bilancio e le somme del POC 2014/2020 ancora non vincolate, per contrastare gli effetti del Covid-19. In sostanza chiede al Parlamento il mandato a riprogrammare tutto, abrogando le leggi che sono in contrasto con questo mandato.

Cosa significa? Che norme come l’art. 99 da me redatto per la finanziaria del 2018, che è stato impugnato da Conte ma giudicato ineccepibile dalla Consulta, possono essere azzerate. Quindi la Giunta, nonostante la sentenza della Corte che giudica vitali tali somme per la Sicilia, con un colpo di spugna li cancella?”.

De Luca si trasferisce a Palermo per portare avanti la battaglia per i territori e per la Sicilia e conclude “questo non è scontro politico ma ciò che avviene quando un sindaco rappresentante di un popolo non accetta supinamente che chi sta sopra di lui si comporti in maniera indegna nei confronti del territorio”.

Di seguito le somme incluse nell’art. 99 della Legge di stabilità 2018, giudicato ineccepibile dalla Corte Costituzionale

  • 20 milioni di euro per l’emergenza idrica messinese, per un mese la città rimase senza acqua nel 2015, avendo un sistema colabrodo:
  • 10 milioni di euro per l’abbattimento barriere architettoniche, 5 ai privati e 5 agli enti pubblici, valevoli però per tutta la Sicilia.
  • 3 milioni di euro per i presidi ospedalieri ricadenti nelle zone ad alto rischio ambientale, come nel nostro caso Milazzo o Gela;
  • 25 milioni di euro per bonificare l’area ex Sanderson di Messina, ettari ed ettari di veleni nel centro abitato che riguardano il famoso sogno di una Sicilia industriale che ci lasciò morti, feriti e per l’appunto veleni;
  • 40 milioni di euro per la baraccopoli di Messina, la più grande d’Europa, una vergogna della politica locale e nazionale, in cui si trovano intere famiglie con bambini e anziani costretti a vivere tra fogne a cielo aperto, topi e amianto da più di un centennio;
  • 50 milioni di euro per il piano straordinario per l’eliminazione in ambito regionale dell’amianto, il quale è causa di asbestosi, una malattia polmonare causata dalle inalazioni delle polveri di asbesto, per l’appunto l’amianto;
  • 20 milioni di euro per realizzare rifugi sanitari, con un’attenzione particolare per la lotta al randagismo, dando accoglienza a quello che sono animali domestici abbandonati;
  • 24 milioni di euro per il risanamento dei centri storici, ambientali e monumentali;
  • 13 milioni di euro , per gli impianti sportivi;
  • 9,5 milioni di euro per la redazione dei piani di utilizzo del demanio marittimo e per la redazione dei piani regolatori generali perchè non avendo i comuni i fondi per poter fare tali pianificazioni, sono molto indietro, causando la proliferazione dell’abusivismo senza poter valorizzare il territorio;
  • 25 milioni di euro per la riqualificazione di quelli esistenti;
  • 20 milioni di euro per la realizzazione di un fondo di progettazione per tutti i comuni della Sicilia;
  • 50 milioni di euro per realizzare il mio sogno: i ‘villaggi del dopo di noi’, per ospitare tutti i fratelli speciali che perdono i loro parenti, uno per ogni città della Sicilia;
  • 10 milioni di euro per la riqualificazione di tutti i contesti territoriali che hanno ottenuto il riconoscimento da parte dell’Unesco;
  • 50 milioni di euro per la riqualificazione di tutte le Chiese siciliane;
  • 1 milione di euro per promuovere le start-up fatte dai giovani siciliani;
  • 1 milione di euro per trasformare i nostri pescherecci in strutture in cui praticare anche pesca turistica; •5 milioni di euro per giovani laureati siciliani che volevano specializzarsi all’estero, per contratti di apprendistato e per incentivare gli scambi culturali;
  • 500 mila euro per la riqualificazione della Fornace Penna a Scicli.

di
Gaetano Montalbano