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Sicilia. Formazione, Ugl: “Ars approva norma di buon senso”

“È una norma di buon senso quella approvata nelle scorse ore a Sala d’Ercole, al parlamento siciliano, che introduce il comma 2 bis all’articolo 12, secondo comma della legge regionale n.23 del 14 dicembre 2019”

A dichiararlo Giuseppe Messina, segretario regionale Ugl, commentando esito del voto sulla norma sostenuta fortemente dal sindacato nei mesi scorsi, che aggiunge: “Era attesa da mesi e finalmente il legislatore siciliano introduce un principio opportuno e necessario fissando un limite massimo in termini orari o finanziari ovvero per tipologia corsuale dei percorsi attivabili da ciascun ente di formazione teso a realizzare la più ampia partecipazione e diversificazione dell’offerta formativa in una logica di innalzamento dell’efficacia dei livelli qualitativi diretti ai minori in obbligo scolastico”.

.”I parlamentari all’Ars hanno dato dimostrazione di rispetto verso un settore strategico, come quello della formazione professionale – continua Messina – dimostrando di voler contribuire alla costruzione di un futuro migliore partendo proprio dall’investimento in cultura partendo dai minori che scelgono un percorso formativo per imparare un mestiere e presentarsi qualificati, adeguatamente preparati e con un titolo spendibile sul mercato del lavoro.

Come Ugl valutiamo positivamente il varo della norma e sottolineiamo che quando i parlamentari si ritrovano su principi di legalità, buon senso e qualità, esprimono la parte migliore del ruolo politico ponendo al centro gli interessi diffusi che coincidono come in questo caso con la centralità delle famiglie e la diffusione sul territorio dell’offerta formativa in maniera da contrastare efficacemente abbandono e dispersione scolastica.

L’Ugl auspica che nell’Avviso pubblico in corso di emanazione per il finanziamento dei primi anni dei percorsi IeFp sia dalla parte politica che da quella amministrativa dell’assessorato regionale istruzione e formazione professionale giunga il segnale atteso dal settore e cioè di prevedere quanto sancito dal Legislatore regionale attraverso la norma approvata dall’Ars”.