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Sicilia. Migranti, fuga in massa dagli hotspot. Sindaci e Musumeci a Conte: “non siamo una colonia”


Sindaci e Musumeci “sull’orlo di una crisi di nervi”. La frase ripresa da un noto film rende bene l’idea di ciò che sta accadendo in Sicilia: migranti in quarantana che fuggono in massa dagli hotspot

“Avrete già letto dei 100 migranti scappati a Caltanissetta. Si aggiungono ai tunisini scappati a Pantelleria e a quelli evasi dall’hotspot di Pozzallo, i quali, a loro volta, si sommano a tutti gli altri”.
È quanto scrive su Facebook il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, che visibilmente “innervosito” continua: “Nessuno dica che è responsabilità delle forze dell’ordine: fanno tutto quello che possono e siamo loro grati. È semplicemente sbagliato che si faccia finta di nulla da parte del governo di Roma e che si dica che “tutto va bene”. Pretendo rispetto per la Sicilia, non può essere trattata come una colonia. Abbiamo dato disponibilità e chiediamo reciprocità, ma vediamo che nella gestione del fenomeno migratorio c’è troppa improvvisazione e superficialità”.

Forte il passaggio di “Sicilia colonia” indirizzato al governo Conte e al Ministro Lamorgese, che però, almeno fino a questo momento, a parte visite di rito e frasi rassicuranti, non hanno preso nessun provvedimento per porre fine alla “presa delle Sicilia”, da parte degli africani.

“125 dei 184 migranti fuggiti dal Centro d’accoglienza sono stati ripresi. Me lo ha comunicato la Questura”. Dice il sindaco di Caltanissetta del M5S Roberto Gambino, dopo la fuga in massa dei migranti dal centro di Pian del Lago, che aggiunge: “Chiederò al Governo di non inviare più immigrati a Pian Del Lago. Sono tutti negativi ai tamponi, ma non è questo il punto, chiedo la massima sicurezza della struttura. Perché in questo modo non si possono contenere”.

“Esprimerò tutto il mio dissenso rispetto alla situazione che stiamo vivendo al ministro Luciana Lamorgese, – continua Gambino – adesso è arrivato il momento in cui ciascuno si prenda le proprie responsabilità. Se i centri di accoglienza non sono abbastanza sicuri, come mi era stato garantito, prima vanno rafforzate le misure di protezione e poi si passa al resto. In caso contrario non possiamo vivere, nessuno può, in una situazione di preoccupazione continua. Lo stato di diritto non può consentire che ciò avvenga. E non lo consentirò neanche io”.

Dunque anche il sindaco di Caltanissetta, eletto e voluto dal sottosegretario Giancarlo Cancelleri, si ribella a questo governo, seguendo l’esempio della collega di ruolo e di partito, Ida Carmina di Porto Empedocle. Ma in Sicilia i sindaci in “rivolta” sono ormai tanti, che sia arrivata l’ora di una riedizione simbolica dei “Vespri siciliani”?.