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I sindaci “ribelli” dell’agrigentino, non ci stanno e dichiarano: “non cederemo le reti a Girgenti Acque”


I sindaci dell’Agrigentino non ci stanno e nonostante la bocciatura della corte costituzionale della legge regionale, non cederanno le loro reti al gestore privato.

È quello che è emerso in un incontro tenutosi a Joppolo Giancaxio, tra i sindaci dell’agrigentino, durante il quale si è discusso ed analizzato la “bruciante” bocciatura, da parte della Corte Costituzionale, della cosiddetta riforma dell’acqua pubblica. L’appunto più grande dei primi cittadini, è stato sul fatto che il Governo regionale non ha impugnato e difeso la norma.

Adesso si punta tutto sull’assemblea territoriale idrica di Agrigento, che si riunirà venerdì 12, per decidere e definire le strategie da intraprendere. Ma quello che è emerso da questa riunione è la ferma volontà dei sindaci “ribelli” di non cedere le reti.

Inoltre, dicono i sindaci “seppur la Corte Costituzionale, in alcune parti, abbia cassato la legge, resta pur sempre la norma 19/2015 che in molti suoi aspetti stabilisce la gestione pubblica delle reti idriche. ”

Salvatore Parello, sindaco di Aragona ha dichiarato: “Noi sindaci dell’Agrigentino abbiamo dalla nostra parte un vantaggio. Mi riferisco all’Ati, l’assemblea territoriale idrica, che è stata costituita ed è governata da un consiglio d’amministrazione di sindaci e da un’assemblea di sindaci. Riteniamo a questo punto che probabilmente il Governo regionale verrà avanti con i commissariamenti su pressione dei gestori privati. Però abbiamo dalla nostra parte questo strumento importante e lo attueremo”.

“Siamo convinti che bisogna andare avanti ed è necessario farlo per poter mantenere fede – ha poi concluso Parello – a quello che è stato il risultato importante del 2011 in merito al referendum sulla gestione pubblica delle reti idriche che vide il 99 per cento degli italiani dire “Sì” alla gestione pubblica delle reti”.