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Stop anche in Italia lotto Vaccino Astrazeneca dopo le morti sospette di Paternò e Villa: 10 gli indagati


Anche l’Italia blocca il vaccino Astrazeneca anti covid-19: la decisione è stata presa dall’Agenzia italiana del farmaco “Aifa” che in via precauzionale ha emesso un divieto di utilizzo di un lotto su tutto il territorio nazionale e si riserva di prendere ulteriori provvedimenti

Dunque anche l’Italia, dopo l’Estonia, la Lituania, il Lussemburgo e la Lettonia e stamattina la Danimarca, a seguito delle morti sospette in Sicilia di due uomini appartenenti alle forze dell’ordine, che avevano ricevuto la prima dose del vaccino AstraZeneca dello stesso lotto, ha sospeso l’uso del lotto ABV2856 del vaccino anti COVID-19 Astrazeneca. Il lotto bloccato in Italia è diverso da quelli bloccati negli altri paesi europei.

La decisione è stata presa dall’ Aifa , acronimo di Agenzia italiana del farmaco ha deciso in via precauzionale di emettere un divieto di utilizzo di tale lotto su tutto il territorio nazionale e si riserva di prendere ulteriori provvedimenti, ove necessario, anche in stretto coordinamento con l’EMA, agenzia del farmaco europea.

Al momento non è stato stabilito alcun nesso di causalità tra la somministrazione del vaccino e le morti sospette relative ad un militare in servizio ad Augusta (Sr), Stefano Paternò, 43 anni, originario di Corleone, ma residente a Misterbianco (Ct), morto per un arresto cardiaco nella sua abitazione dopo essersi sottoposto alla prima dose di vaccino dello stesso lotto a cui fa riferimento l’Aifa, e quella di Davide Villa, 50 anni, agente della squadra mobile di Catania, deceduto 12 giorni dopo l’inoculazione del vaccino della dose proveniente dallo stesso lotto, il n. ABV2856 del vaccino AstraZeneca, per il quale l’Aifa nella mattinata di oggi ha deciso in via precauzionale di emettere un divieto di utilizzo su tutto il territorio nazionale.

Sulla morte di Stefano Paternò la Procura di Siracusa ha aperto un’inchiesta e disposto l’autopsia gli indagati sono dieci. Il procuratore capo Sabrina Gambino titolare dell’inchiesta ha iscritto tutta la catena di distribuzione del vaccino dalla società Astrazeneca che lo produce, fino al personale sanitario dell’ospedale militare che si è occupato dell’inoculazione. L’accusa per tutti è di omicidio colposo.