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Strade provinciali nel nostro territorio. Simone Di Paola scrive al Commissario del Libero Consorzio


Il consigliere comunale del PD di Sciacca scrive oggi al Commissario Straordinario del Libero Consorzio Comunale di Agrigento Roberto Barberi.

di-paola - simone

“Con sentimenti di evidente preoccupazione, circa l’attuale stato di gravissimo dissesto e di strutturale abbandono in cui versa una grande parte del le nostre strade provinciali ed ex consortili, condizione resa ancor più drammatica dalla percezione, per lo più diffusa e da molti condivisa, che l’assenza di risorse ed il disorientamento dei dirigenti e funzionari delle ex province, lasciati soli a sorreggere le sorti di una frontiera ormai abbandonata dalle Istituzioni Regionali, non faccia presagire nulla di buono all’orizzonte”.

Simone Di Paola scrive : “Una condizione di complessivo disastro, quella della rete stradale di competenza provinciale. Non si sta parlando di stradine periferiche e di nessuna importanza per i nostri territori, perché in realtà si tratta di un infinito reticolo di reti viarie che per decenni hanno supportato e sostenuto una parte fondamentale della nostra economia, a cominciare da quelle aziende agricole, che oggi denunciano uno stato di evidente disagio, cagionato dalle persistente mancanza di manutenzione e addirittura dai ripetuti provvedimenti di chiusura al transito di strade che molto spesso costituiscono le uniche arterie di collegamento fra il centro delle città e le zone di più evidente sviluppo agricolo e produttivo dei nostri territori.

Basti pensare, tanto per fare un paio di esempi che sono più vicini allo scrivente, alle contrade “milazzo Lazzarino” o ” saraceno salinella” collegate alla città esclusivamente da strade provinciali ed oggi consegnate ad uno stato di gravissimo abbandono, con un evidente ricaduta per quanti in queste zone hanno investito tempo, fatica e danaro, realizzando importanti insediamenti produttivi che oggi risultano gravemente penalizzate; e potrei continuare per ore citando innumerevoli casi simili.

Sono cosciente, ci tengo ad evidenziarlo in questa mia, che la S.V. non ha alcuna colpa rispetto alla situazione data, lasciato praticamente da solo e senza alcuno strumento concreto ed efficace per poter far fronte ad uno stato di cose di simile gravità, da un Governo Regionale che è di fatto l’unico responsabile di questo sfascio.

Le ex province sono oggi l’emblema del fallimento politico dell’attuale esecutivo regionale, dalle sue balbettanti politiche riformiste, dalle altrettanto discutibili scelte di indirizzo politico finanziario, specie in tema di trasferimenti agli enti locali e periferici.

Per anni le istituzioni provinciali sono state rappresentate, più per calcolo elettorale che per convinzione, come il paradigma del male assoluto, come il centro di tutti gli sprechi, come un ramo secco ed improduttivo da tagliare il prima possibile, molto spesso dimenticando o meglio facendo finta di non sapere quale importante ruolo abbiano avuto negli anni ( lo dico anche da ex Consigliere provinciale ) molti amministratori di questi Enti nel difendere e rappresentare bisogni ed istanze provenienti da territori così diversi, sovente accorciandone le distanze (si pensi a quanta distanza, non solo geografica ma anche economico culturale vi sia fra i territori di Sciacca e Licata), con il risultato di tenere assieme specificità tanto diverse; nulla di tutto questo è stato tenuto in debito conto quando si è trattato di cancellare le province, spazzate via una domenica pomeriggio in Diretta TV nazionale, giusto per soddisfare i bisogni di pancia di un pezzo di elettorato, senza però avere la benché minima idea di quali contenitori si sarebbero dovuti sostituire alle vecchie Province, quali assetti istituzionali darvi e soprattutto attraverso quali risorse fare vivere le nuove creature meglio note oggi come liberi consorzi; di fatto da quel momento è iniziato un incredibile balletto fra Roma e Palermo, che ha fatto emergere, non soltanto l’evidente mancanza di idee della regione siciliana in tema, ma anche e soprattutto la desolante mediocrità del parlamento regionale nel legiferare in modo consapevole ed efficace.

Il risultato e la conseguenza di questo processo riformatore (se così vogliamo definirlo ) è rappresentato dallo sfascio e dall’impietoso immobilismo appena descritto il cui conto è pagato innanzitutto dai nostri cittadini, dalle nostre aziende agricole dal nostro tessuto produttivo, sempre più penalizzato da un contesto nel quale, a causa della drammatica assenza di risorse, le nostre strade, anziché essere manutenute e sistemate vengono chiuse ed abbandonate, senza che si veda uno spiraglio di luce in fondo al tunnel.

È evidente che tale stato di cose non possa essere accettato ne subito ancora a lungo; occorre che i territori alzino la testa e la voce, pretendendo risposte concrete e risorse immediate

Rivolgo pertanto un accorato appello alla S.V. , auspicando che Ella voglia farsi carico di questo grido di dolore proveniente da migliaia di agrigentini che sono certo con questa mia di rappresentare, rivolgendolo all’attenzione delle autorità competenti.

Auspico e chiedo altresi – conclude il consigliere Simone Di Paola – che L’ANCI agrigentina, voglia convocare con urgenza un’assemblea di Sindaci, amministratori e consiglieri comunali di tutta la provincia al fine di concordare e definire una piattaforma rivendicativa attraverso cui aprire con la regione una vera e propria vertenza finalizzata ad ottenere le risorse necessarie a programmare un serio programma di interventi manutentivi della rete viaria provinciale, nonché dell’altrettanto preoccupante situazione riguardante i nostri istituti scolastici di secondo grado, dando così una risposta concreta a bisogni che non possono più attendere i comodi della politica palermitana”.