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Studio Università Sapienza: relazione pericolosa tra Covid e trombosi a causa della proteina Spike

“La proteina Spike del coronavirus Sars-CoV-2 si lega al recettore TLR4 delle piastrine causandone l’attivazione e la trombosi”

E’ questo il risultato a cui è giunto uno studio italiano coordinato dall’Università Sapienza di Roma. Il lavoro pubblicato su “Circulation Research”, rivista ufficiale della Società americana di cardiologia, fa luce sulla “relazione pericolosa” tra Covid e trombosi, scoprendo un recettore chiave nell’associazione fra l’infezione da Sars-CoV-2 e la formazione di coaguli a rischio di infarto e ictus.

Nello studio guidato dal professore emerito Francesco Violi, attraverso l’esame di circa 50 pazienti, gli autori hanno dimostrato che la proteina Spike del coronavirus Sars-CoV-2 si lega al recettore TLR4 delle piastrine causandone l’attivazione e la trombosi. I ricercatori sono arrivati a capirlo usando il sangue prelevato dai pazienti e tre differenti metodologie, tutte concordanti sul legame tra proteina Spike e TLR4 piastrinico.

“Il fatto che la trombosi mediata dalle piastrine sia stata bloccata da un inibitore del TLR4 apre prospettive cliniche importanti nel trattamento dei pazienti Covid-19”, afferma Violi: “Questo inibitore – precisa – potrebbe essere usato per la prevenzione e la cura durante la fase acuta della malattia come farmaco antitrombotico”.

Per agevolare l’immediata sperimentazione clinica, il gruppo ricerca e la rettrice della Sapienza Antonella Polimeni – si legge in una nota dell’ateneo – hanno scelto di non brevettare la scoperta e quindi favorire la libera circolazione nella comunità scientifica dei risultati dello studio, a beneficio della salute e della sicurezza collettiva.

La grave polmonite bilaterale con conseguente insufficienza respiratoria, comunque non è la sola causa di mortalità per Covid-19, ricordano gli esperti. I pazienti subiscono spesso le complicanze di embolie polmonari, infarto del miocardio e ictus, che sono altrettanti fattori di rischio di morte. Nei casi più gravi, circa il 20% dei pazienti ospedalizzati può avere conseguenze cardiovascolari. Sebbene l’uso di eparina abbia ridotto l’entità di queste complicanze, il rischio rimane ancora elevato.

A conclusioni simili è arrivata anche una ricerca pubblicata sempre sulla rivista “Circulation Research” , condotta da Harvard Medical School e Istituti Wyss, delle Università di Harvard e Massachusetts Institute of Technology  Questo studio rileva che l’origine delle rare miocarditi osservate nella fascia d’età compresa fra 12 e 21 anni in seguito alla vaccinazione anti Covid-19 con i vaccini a Rna messaggero (mRna) è una conseguenza della presenza persistente ad alti livelli della proteina Spike libera nel plasma.