Se il premier israeliano Benjamin Netanyahu, su cui pende un mandato della Corte penale internazionale, decidesse di venire in visita in Italia, non rischierebbe l’arresto
Lo ha affermato il ministro degli Esteri Antonio Tajani rassicurando il premier israeliano che in Italia “Ha l’immunità”. Notizia anticipata dal Times of Israel e confermata da fonti della Farnesina e del ministero della Giustizia di massimo livello.
Il governo italiano quindi ignora le sentenze della Corte dellAja, anche se ha aderito allo “Statuto di Roma”, ma sarebbe interessante sapere se questa decisione vale per tutti, quindi anche per il presidente russo Vladimir Putin, sul quale l’Aja ha emesso un mandato simile, o vale solo per Benjamin Netanyahu.
Il governo italiano ha rassicurato Israele che non eseguirà il mandato di arresto emesso a novembre dalla Corte penale internazionale “per crimini contro l’umanità e crimini di guerra”. La notizia – inizialmente diffusa dai media di Tel Aviv dopo la visita a Roma del ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar – è stata confermata dallo stesso membro dell’esecutivo israeliano: “Ho parlato con i ministri Tajani e Nordio e non ho l’abitudine di riferire ciò che si dice, ma non c’è nessun problema per chiunque venga a Roma, nemmeno per Netanyahu”, ha detto Gideon Sa’ar incontrando la comunità ebraica della Capitale durante una visita alla sinagoga di Roma. “Mi pare che è tutto molto chiaro, ci sono delle immunità e le immunità vanno rispettate“, ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani rispondendo a una domanda a margine di un evento all’ambasciata d’Italia presso la Santa Sede.
Anche il ministro della giustiazia Carlo Nordio haassicurato che il governo italiano ha ricevuto una consulenza legale secondo cui i capi di Stato, ai quali viene equiparato Netanyahu, godono dell’immunità durante le visite in Italia, in base alla Convenzione di Vienna, ma non è chiaro se Vladimir Putin è considerato tale.
Non è comunque una novità, il vicepremier Tajani, già pochi giorni dopo la sentenza della Cpi, aveva definito l’arresto “irrealizzabile”. A caldo il governo era andato in ordine sparso: Salvini aveva detto che Netanyahu “in Italia è benvenuto”. Posizione diversa, invece, era stata quella del ministro della Difesa che aveva definito la sentenza “sbagliata”, ma per lui l’arresto andava eseguito “perché noi rispettiamo il diritto internazionale”, aveva dichiarato Guido Crosetto. La premier Giorgia Meloni, invece aveva preso tempo: “Valuteremo al G7”. E proprio alla riunione dei ministri degli Esteri del gruppo dei sette a Fiuggi la questione era entrata nella dichiarazione finale e il titolare della Farnesina evidenziò “molti dubbi giuridici” sulla decisione della Cpi, confermando in ogni caso il rispetto del diritto internazionale da parte dell’Italia.