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Tari, iniziativa Anci Sicilia: chiesta audizione a Camera, Senato e Ars


Si muove l’Anci Sicilia per la questione Tari che sta mettendo in difficoltà i comuni siciliani costretti, per l’emergenza rifiuti dei mesi scorsi, ad affrontare costi in più rispetto al previsto per il conferimento in discariche fuori provincia.

discarica

È quanto rende noto il sindaco di Sciacca Fabrizio Di Paola, componente del comitato direttivo della sezione siciliana dell’Associazione nazionale dei Comuni d’Italia.

“Il presidente dell’Anci Sicilia Leoluca Orlando – dice il sindaco Fabrizio Di Paola – ha chiesto un’audizione ai presidenti delle Commissioni Ambiente del Senato, della Camera dei Deputati e dell’Assemblea Regionale Siciliana. Nel 2013, si fa rilevare, è stata istituita la cosiddetta Tari, tributo  destinato a finanziare i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. La norma ha previsto anche che i Comuni approvino le tariffe entro il termine fissato dalle norme statali per l’approvazione del bilancio di previsione.

Nonostante la maggior parte dei Comuni siciliani non abbia approvato i bilanci di previsione entro le date indicate, l’obbligo dell’approvazione della tariffa è stato rispettato. L’isola è stata poi travolta dall’emergenza rifiuti che ha completamente stravolto i piani dei Comuni alle prese con il susseguirsi delle tante ordinanze del presidente della Regione. Provvedimenti che hanno inciso sulle originarie modalità organizzative, sulla base delle quali gli enti avevano calcolato il costo della tariffa.

Molti Comuni, si ricorda, sono stati anche costretti a conferire i rifiuti in discariche lontane centinaia di chilometri dal proprio territorio affrontando i relativi costi. A ciò si aggiungano – rileva l’Anci – gli ulteriori costi dettati dall’impasse che è stata determinata dal sovrapporsi di norme che hanno causato incertezze sul piano amministrativo. Sotto il profilo finanziario, questa situazione rischia di gravare interamente sugli Enti Locali e, quindi, sui cittadini. Ecco perché l’Anci Sicilia ha interessato Camera, Senato e Ars chiedendo un’audizione e sollecitando un intervento legislativo per sgravare i Comuni da colpe che non hanno”.