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Terme. Per la CGIL: “Politica non ha idea di come affrontare il problema”, finita luna di miele col sindaco Valenti?


Sembra sia finita la luna di miele, almeno solo prospettata, tra la Camera del Lavoro CGIL di Sciacca di Franco Zammuto e l’amministrazione di Francesca Valenti. Il primo terreno su cui vedremo se ci sarà unione di intenti è il campo minato delle Terme, su cui la CGIL ha già da ridire, per Zammuto infatti la politica: “non ha alcuna idea di come si vuole affrontare il problema”.

Questo, nonostante il Governo dalla Regione abbia preannunciato da tempo che assegnerà all’Amministrazione Comunale di Sciacca l’incarico e il “peso” della responsabilità di creare le condizioni della sua crescita e del suo sviluppo in termini economici e occupazionali, ma ancora non se ne sa nulla, né da parte della Regione e neppure da parte del Comune.

La CGIL appena pochi giorni fa, alla notizia che la Regione ha ultimato la fase della liquidazione e che quanto prima concederà il possesso al comune di Sciacca per procedere all’assegnazione a privati, ha proposto in primis di renderlo fruibili ai cittadini, per recuperare la fiducia persa, effettuando immediatamente la pulizia del parco – che avrebbe potuto dare il Comune – per restituire la giusta dignità ai luoghi. Ma è evidente e fondamentale è capire quale programma ha in mente l’Amministrazione e con quale strategia intende rilanciare le terme.

“Considerato che il dibattito sulle scelte concrete da assumere non si è ancora aperto, e già di per sé questo è incredibile – scrive testualmente Franco Zammuto – questa Camera del Lavoro con l’incoscienza che le è propria, si permette di suggerire all’Amministrazione in carica di non assumersi da sola la responsabilità delle decisione sul futuro delle Terme ma di condividerle con la stessa Regione, che ne è comunque proprietaria, e allo stesso tempo coinvolgere le associazioni, i partiti e le parti sociali presenti nel territorio. Vero è che con l’art. 2 della L.R. n. 20/2016 la regione “può concedere” il complesso termale al comune ma la legge regionale non ha escluso, e non poteva, che la stessa rimanga fuori dalle scelte che verranno assunte”.

Rispetto alle scelte sulla gestione, la CGIL non crede esistano formule migliore di altre, ma ritiene fondamentale stimolare e suscitare l’interesse di più imprenditori, anche andando alla loro ricerca, e attraverso il loro coinvolgimento valutare le offerte migliori. Per questo, con la scelta della “Migliore Offerta”, ritiene si consentano margini di flessibilità ampi per essere il più funzionale possibile alle attività d’impresa e al mercato. “Flessibilità ed elasticità sono il metodo fondamentale da adottare nella stesura del bando e soprattutto scongiurare il rischio di incaponirsi sulle formule che più di ogni altro hanno riguardato il chiacchiericcio popolare, oltre che politico, tra chi sostiene di mantenere unite tutte le strutture che compongono il complesso termale da dare in affido in unico bando e chi invece propende per il così detto “spezzatino”, ovverosia la divisione in più parti del patrimonio”. Lasciare aperti i margini delle trattative alle attività d’impresa e all’economia per la CGIL sia la strada più opportuna, peraltro in un momento molto favorevole per gli investimenti turistici nel nostro territorio.

Per quanto non condivisa o insufficiente questa posizione, – parole che lasciano un sottinteso non da poco – la Camera del Lavoro CGIL con questo comunicato vuole principalmente stimolare il Sindaco ad accelerare il dibattito sul destino delle Terme considerata l’importanza economica di sviluppo e di occupazione che esse rappresentano”.