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Terrorismo. Il Guardian rivela: “50 combattenti dell’Isis sbarcati sulle coste siciliane, anche a Torre Salsa”


Il terrorismo dell’Isis è un rischio concreto in Sicilia? Per il tabloid inglese The Guardian non ci sono dubbi, da quanto riferito dall’Interpol nell’isola – anche attraverso sbarchi fantasma – sarebbero sbarcati 50 combattenti islamici, tutti tunisini.

La notizia, a noi di Fatti&Avvenimenti, suona quasi ovvia. Più volte avevamo scritto degli sbarchi fantasma in provincia di Agrigento, e già, nell’ottimo articolo a cura dell’esperto anti-terrorismo Gian Joseph Morici (CLICCA PER LEGGERE L’ARTICOLO), avevamo spiegato perchè fossero proprio gli immigrati di nazionalità tunisina a destare maggiori sospetti, data la presenza in Tunisia di Jalal al Din al Tunisi, un tunisino di nome Muhammad bin Salim, a suo tempo nominato,dallo stesso Califfo dell’ISIS, emiro dell’organizzazione in Libia, che oggi, a seguito della perdita dei territori i Siria e Iraq, rappresenta l’avanguardia dell’espansione dell’organizzazione terroristica nella regione nord africana.

Oggi, il The Guardian, una delle maggiori testate occidentali, in un articolo a firma del giornalista saccense Lorenzo Tondo e di Piero Messina, afferma che ci sarebbero in giro cinquanta sospetti terroristi dell’Isis/Daesh, cinquanta tunisini. Tutti arrivati sulle nostre coste a bordo di imbarcazioni di fortuna, per sfuggire allo schedamento delle impronte digitali ed al foglio di via; così facendo probabilmente vorrebbero diffondersi per l’Europa varcando appena gli sarà possibile il confine nordico italiano. I loro nomi e cognomi sarebbero contenuti in una lista rilasciata dall’Interpol.

 

Tale lista sarebbe stata inviata il 29 novembre al ministero dell’Interno, che lo avrebbe successivamente girato alle agenzie anti-terrorismo in Europa.

Anche il Guardian, nell’articolo (CLICCA PER LEGGERE L’ARTICOLO SUL GUARDIAN) spiega come la spiaggia agrigentina di Torre Salsa – fatto più volte denunciato dall’ass. MareAmico – sia ormai diventata una delle mete più usate come luogo di sbarco fantasma, soprattutto da parte di tunisini. Fondamentale dire che pare, che la maggioranza delle partenza con arrivo a Torre Salsa si svolgano da Ben Guerdane, città tunisina al confine con la Libia, dove l’Isis di Al Tunisi ha molto potere. 

Come noi di Fatti&Avvenimenti abbiamo raccontato tante e tante volte, le piccole imbarcazioni con a  bordo 20 o 30 persone, sempre tunisini e quasi esclusivamente uomini, vengono fatte sbarcare di notte o alle prime ore del giorno. A quel punto abbandonano la barca e si dileguano a piedi nelle campagne e sulle strade, tentanto di raggiungere Agrigento, dove poi diventano più difficili da trovare. Sempre secondo il Guardian con gli “sbarchi fantasma” sarebbero giunti più di 3mila immigranti irregolari da luglio ad oggi e di questi solo 400 sarebbero stati identificati dalla polizia. Quindi, se la matematica non è un opinione, parliamo di cercare 50 persone tra un potenziale di 2600 soggetti – se si prendono in esame solo gli sbarchi agrigentini da luglio, ma bisognerebbe farlo con quelli di tutta Italia – di cui lo Stato Italiano non ha alcuna informazione.

Sarebbero però 5,500 i tunisini identificati solo lo scorso anno e di questi 2,193 sono stati spediti indietro. Rimpatri che hanno un costo complessivo – per tutti i migranti rimpatriati – per l’Italia – ogni anno –  di 3,5 milioni di euro attraverso due voli settimanali da Palermo. Ovviamente, quando i rimpatri tardano – anche solo per motivi burocratici – i migranti restano nei centri di rimpatrio per alcuni giorni o settimane, fino a che non trovano il modo di darsi alla fuga.

Per dovere di cronaca dobbiamo riportare però che dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Viminale è arrivata a stretto giro una smentita: non troverebbe alcun riscontro l’informazione secondo cui sono approdati sulle coste italiane 50 combattenti stranieri appartenenti all’Isis e pronti a compiere attentati. Anzi dal Viminale dicono che grazie alla collaborazione tra Italia e Tunisia è stato già individutato un esiguo numero di persone segnalate dalle autorità di Tunisi, che sono state già rimpatriate da tempo.