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Terza dose e vaccino ai bambini, ma non basta: Stop eventi e Capodanno. Verso obbligo tampone per discoteche e cinema

Draghi ha convocato la cabina di regia per il 23 dicembre e si discuterà di una nuova stretta in vista del probabile aumento di contagi per via della variante Omicron, con misure restrittive che farebbero tornare l’Italia a due anni fa

Sono passati meno di due anni dall’inizio della pandemia e dopo lockdown, green pass, il suo fratello maggiore “super” e tre dosi di vaccino, il governo teme cinquantamila casi di contagio a Capodanno. Qualcosa non torna e la giornalista Maria Giovanna Maglie non ha dubbi e accusa il governo: “lo scorso 22 luglio Draghi ha assicurato agli italiani che chi faceva il vaccino non si sarebbe contagiato e invece non è vero. Hanno detto che i tamponi non sono sicuri e invece adesso li usano anche per i vaccinati”.

La Maglie continua parlando di miopia e opacità delle scelte politiche: “Si è seguita solo la strada del vaccino e questo è criminale – attacca la Maglie – Se oggi si parla di lockdown vuole dire che siamo tornati di nuovo al punto di partenza”.

Le parole pesanti come macigni della giornalista si basano sulle ultime scelte del governo già fatte, come lo stop agli eventi di piazza a Capodanno, come molte città che hanno dovuto disdire i concertoni e le ipotesi di tampone in discoteche e cinema e la mascherina all’aperto, che si discuteranno mercoledì prossimo.

Gli esperti del “Governo dei Migliori” prevedono che potrebbero esserci cinquantamila positivi entro la fine dell’anno a causa della variante Omicron, che secondo gli esperti sta raddoppiando giorno dopo giorno. Nella cabina di regia che Mario Draghi ha convocato per il 23 dicembre, l’esecutivo dovrà valutare i dati più aggiornati sulla diffusione del virus e pianificare nuovi, dolorosi interventi.

La stretta potrebbe arrivare subito dopo Natale e dovrebbe prevedere il divieto nazionale di feste, concerti, assembramenti di piazza per l’ultimo giorno dell’anno, ma la misura restrittiva potrebbe essere estesa anche agli altri giorni festivi fino all’Epifania. Inoltre ci sarebbe una “raccomandazione” se non una vera norma, che imporrebbe di contenere il numero di commensali durante cenoni e occasioni conviviali, facile da farsi in locali pubblici, ma sicuramente impossibili da fare applicare in abitazioni private.

Giovedì dunque Draghi comunicherà agli italiani cosa gli “regalerà” per il periodo di Natale, difficile infatti che il provvedimento possa entrare in vigore prima del 25 dicembre, visti i tempi strettissimi. Probabile invece che agisca sui festivi successivi, con un occhio speciale rivolto al 31 dicembre e al primo gennaio. Molti sindaci hanno già vietato concerti ed eventi pubblici, ma l’esecutivo potrebbe estendere la regola all’intero territorio nazionale, bloccando anche le feste aperte al pubblico, gli assembramenti di piazza e ogni altre possibile occasione di contagio.

Tutto qui? Ma anche no, il governo infatti – come suggerito nei giorni scorsi dal coordinatore del Cts Franco Locatelli – ha in serbo un’ultima sorpresina, potrebbe imporre l’obbligo di mascherine all’aperto e chiedere che per accedere ai locali ad “alta densità” – discoteche in testa – non basti la vaccinazione, ma serva comunque un test. Lo stesso potrebbe valere per teatri, cinema e altri eventi. Su quest’ultima misura però non tutti nel governo sono d’accordo, i costi per i gestori dei locali sarebbero altissimi e forse insostenibili. Finito? No, c’è la ciliegina sulla torta di natale, l’ipotesi è più difficile “ma mai, dire mai”: l’ideona sarebbe di un nuovo coprifuoco notturno dalle 23 per le festività. Buon Natale.