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Torino. Studenti contestano Meloni e la polizia li manganella: “Non sei la benvenuta. Soldi alla scuola non alla guerra”

Tensione e cariche della polizia a Torino per l’arrivo della premier Giorgia Meloni. Tre studenti sono stati feriti, uno manganellato alla testa

“Meloni a Torino non sei la benvenuta” e “Soldi alla scuola non alla guerra”, sono due degli striscioni portati stamani da un gruppo di studenti davanti a Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche dell’Università Subalpina, dove si sono radunati i manifestanti per una contestazione alla presidente del Consiglio, per partecipare al Festival delle Regioni. Le cariche della polizia non si sono fatte attendere,tre studenti sono rimasti feriti, uno sarebbe stato colpito alla testa da una manganellata.

Quando a fine mattinata i manifestanti che intonavano cori contro Giorgia Meloni sono arrivati in piazza Castello, un gruppo di giovani si è allontanato verso i Giardini reali, dalla parte opposta rispetto a piazza Carignano, dove nel Parlamento subalpino era in corso la seconda giornata del Festival delle Regioni, la polizia ha caricato. Due agenti sono stati ripresi da una studentessa col proprio cellulare: “Che cazzo fai – ha urlato a un agente – non vedi che è un ragazzino?“.

Il corteo è stato organizzato per protestare contro tutte le politiche del governo, partendo dal diritto allo studio (i movimenti chiedono il ripristino dell’equo canone contro il caro affitti nelle città) per finire alle politiche sui migranti. In piazza i giovani del centro sociale Askatasuna, dei collettivi studenteschi contro il caro affitti, militanti del movimento No Tav e di Potere al popolo. “Ricordiamo il ruolo di Meloni: è stato eletta dicendo che voleva cambiare tutto e sta facendo le stesse politiche di Draghi – dicono i giovani -. Politiche di guerra, contro i giovani. Ai giovani che contestano, questo governo risponde con manganelli e denunce. E allora rispondiamo a Giorgia Meloni, ma anche a quel centro sinistra che non ci rappresenta. E le priorità ce le conquistiamo con la lotta”. “Soldi alla scuola non alla guerra”, si legge in un altro cartello. Gli studenti sono stati caricati tre volte dalla polizia che voleva impedire loro di arrivare a Palazzo Carignano.